Dieci donne ex malate di tumore vanno alla Maratona di New York

Susanna ha scoperto di avere il tumore al seno a soli 27 anni, due mesi dopo aver indossato la corona d’alloro durante la sua laurea. Ornella, invece, lo ha saputo mentre stava crescendo una bimba di tre anni e un bimbo di otto: quando le è stato comunicato il risultato dell’ago aspirato è rimasta seduta in auto, in parcheggio, immobile per due ore. Sabrina, a 44 anni, ha già affrontato un tumore e due recidive perché nel suo Dna c’è la mutazione genetica Brca 1, la stessa che ha indotto Angelina Jolie all’asportazione del seno, tube e ovaie. Ciò che accomuna queste tre donne padovane non è solo la malattia, ma la voglia di affrontare senza paura un’altra sfida: quella di andare a correre la Maratona di New York. Dieci donne, il 6 novembre 2016, percorreranno 42 chilometri in una delle maratone più famose al mondo.
Con loro correranno anche due chirurghe dell’Istituto oncologico veneto, Silvia Michieletto e Tania Saibene. Le partecipanti, di età compresa tra i 30 e i 63 anni, sono tutte donne “comuni”, non atlete professioniste, pronte ad allenarsi tre volte a settimana. Le dieci future maratonete sono state selezionate tra oltre 50 pazienti dello Iov. Le candidate hanno dovuto superare una rigida selezione basata su criteri medici, psicologici e motivazionali. Il progetto nasce grazie a un’idea di Sandra Callegarin, paziente Iov, che dal 2014 ad oggi si è sottoposta a due interventi chirurgici e a sei cicli di chemioterapia, seguiti da terapia ormonale. Appassionata di corsa, è riuscita a coinvolgere in questo progetto altre donne che, come lei, hanno dovuto affrontare la medesima battaglia contro il cancro. Così, ha costituito la Onlus Run Your Life Again – Ryla, per correre assieme alle compagne la maratona di New York in nome dello Iov. «È un progetto sosteniamo con vero orgoglio» ha dichiarato il direttore sanitario, Simona Bellometti, «fa capire che chi è colpito dal cancro può uscirne. Queste pazienti lanciano un messaggio di speranza perché hanno trasformato una possibilità non voluta, in opportunità».
Le dieci partecipanti sono: Susanna Barison, Martina Cassandro, Paola Cavallin, Ornella Dandolo, Monica De Spirito, Alessandra Marcante, Patrizia Sassarom, Alberta Scudeller, Sabrina Rizzo e Daniela Zambon. «Nel 2012, mentre mi lavavo, ho sentito per caso un nodulo al seno», racconta Susanna Barison, 30 anni, «il mio primo pensiero è stato “impossibile”. Poi, quando ci sei dentro, tutto cambia. Con fermezza ho optato per la mastectomia totale: l’idea di vedere come andava non era nella mia indole. Non ho familiarità, tutt’ora non si capisce perché la malattia si sia presentata così presto. Grazie alla malattia, mi sono riscoperta combattiva: per me l’importante era che le persone a cui volevo bene soffrissero a causa mia». Ornella Dandolo, 53 anni, ha indossato per due anni due parrucche: una per il giorno e una per la notte, in modo da non far sapere ai figli di essere malata. Spiega: «Ho cercato di proteggere i miei bambini dalla sofferenza, non volevo spaventarli. L’ho detto solo a mio marito e i miei genitori perché non volevo che altre persone mi indebolissero con le chiacchere. Tutto è nato da un dolore al seno mentre allattavo». Sabrina Rizzo, 44 anni, è stata lasciata dal compagno quando è le è stata diagnosticata la seconda recidiva. «La mia lotta contro il cancro è iniziata nel 2005», dichiara «nel 2012 la malattia si è ripresentata ancora una volta. Questo perché ho una modificazione genetica familiare che mi ha obbligata a sottopormi ad una mastectomia totale e ho anche dovuto togliere le ovaie. Per me l’ipotesi maternità è archiviata. Non posso prendermela con il mio ex compagno, non è stato facile. Da tre anni a questa parte sto affrontando la mia nuova vita».
Elisa Fais
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