Dimessi tutti gli operai feriti a Riva

TREBASELEGHE. «Adesso se mi chiamano per rifare la pavimentazione prima mi danno le garanzie che il solaio tiene, poi vado». È categorico Marco Selvatico, titolare insieme ai fratelli Paolo e Luca della Lori Pav Due, azienda specializzata nella realizzazione di pavimenti industriali per conto terzi, rampe antiscivolo e sponde. Del resto l’altro ieri ha rischiato di perdere cinque dei suoi operai nel crollo di un soppalco al Palafiere di Riva del Garda. Un volo di 7 metri, nel quale sono rimasti feriti, oltre ai suoi dipendenti, anche altri 3 operai di un’impresa locale. «Non so di preciso cosa possa essere successo, perché non mi hanno fatto entrare in cantiere, messo sotto sequestro» aggiunge Selvatico «potrebbero aver ceduto il ponteggio o i moduli sottostanti del solaio. Ma è davvero un miracolo che non ci sia scappato il morto, alla fine nel dramma è andata non bene, di più». La commessa sul Garda era stata presa dai fratelli Selvatico in subappalto dalla Edilsalvetti di Avio di Trento. Un lavoro di due giorni in cui gli operai della Lpd, a 7 metri d’altezza, dovevano gettare 5 centimetri di calcestruzzo sul soppalco, realizzato per ampliare lo spazio espositivo. Lunedì era il primo giorno, l’operazione era appena cominciata quando il pavimento ha ceduto trascinando al suolo i dieci operai che vi stavano lavorando. In 8 sono rimasti feriti, fra cui i 5 della Lpd, trasportati negli ospedali di Trento e di Rovereto. È stato uno degli operai a telefonare in azienda a Trebaseleghe riferendo cos’era accaduto. Le notizie non erano rassicuranti: si parlava di un operaio che rischiava di perdere un occhio perché precipitato sopra uno spuntone in ferro e di un altro che i sanitari non riuscivano a tirare fuori da sotto le macerie. Marco e Paolo Selvatico si sono precipitati in Trentino e fortunatamente la realtà si è rivelata meno drammatica. «Sono andato nei vari ospedali a trovarli tutti» aggiunge Marco Selvatico «solo quando li ho visti mi sono tranquillizzato». Quattro dei cinque operai sono tornati a casa lunedì stesso con svariati giorni di prognosi. Giuseppe Marcon dovrà restare a casa in malattia fino al 24 maggio essendosi spezzato un polso, Antonio Pellizzon fino al 15 maggio perché ha riportato una ferita lacero contusa alla testa, Cristiano Roncato fino al 25 aprile per contusioni, Tica Mocanu solo fino al 19 aprile, anche lui contuso; rientrando ha ringraziato la Madonna. L’ultimo operaio, il capo squadra Roberto Miolo, è stato invece ricoverato all’ospedale di Rovereto in osservazione per 3 giorni a causa dello schiacciamento di una vertebra. Oggi viene dimesso ma dovrà restare immobilizzato fino al 24 maggio. «Fino a quando mancheranno sono messo male» sospira Selvatico «ma l’importante è che prima o dopo ritorneranno, e per questo porterò un cero al Santo».
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