«Dimmi di dove sei sennò niente casa» Stranieri discriminati

Arising Africans: «Negli ultimi tempi episodi come questi si sono moltiplicati, per noi “afrodiscendenti” è durissima»

Se trovare un appartamento carino, nella posizione giusta, con i coinquilini ideali e che non costi troppo è già un’impresa per uno studente universitario, diventa quasi impossibile se si è straniero. Questo è quello che succede ultimamente a Padova. A denunciarlo è in primis Arising Africans, un’associazione di afro-discendenti che opera principalmente a Padova e che da poco è membro dell’Osservatorio Regionale Antidiscriminazione. «Ciò che sta succedendo è disgustoso e imperdonabile e sta diventando sempre più frequente. A Padova solo negli ultimi tempi ci sono stati segnalati quattro casi di discriminazione di questo tipo», attacca Ada Ugo Abara, 26 anni, italo-nigeriana e presidente dell’associazione. «Mentre un tempo episodi del genere erano sporadici, adesso stanno aumentando in modo esponenziale». Il problema secondo la giovane, laureata in Cooperazione, Sviluppo e Innovazione nell’Economia Globale, è un sentimento generale che porta alla discriminazione di chi non è “un vero italiano”: «Si è creato un clima intriso di discorsi xenofobi che sta condizionando diversi aspetti della vita di noi afro-discendenti». Ada si riferisce a quanto capitato a studenti universitari di origine africana, che com’è successo a Martina, si sono visti negare alloggi in affitto. «È successo anche a me pochissimo tempo fa. Avevo trovato un appartamento in zona Ospedale, ho spiegato chi ero e anche della mia associazione. La risposta è stata imbarazzante. La proprietaria mi ha detto che nel suo appartamento non vuole “riunioni politiche africane”, che onestamente non so cosa siano, e così non mi ha voluto». Stessa sorte per Francesca, studentessa universitaria nata a Roma da genitori togolesi. «Al telefono era andato tutto bene. Ma quando i proprietari della casa in affitto hanno visto Francesca hanno trovato il modo di non affittarle l’appartamento».

La cronista, spacciandosi per studentessa straniera, si è così messa alla ricerca di un appartamento in affitto a Padova. Rosa Okoduwa, 28 anni, nata ad Abuja in Nigeria ma residente a Padova, cerca una casa in affitto in città. Un personaggio di fantasia, per capire se è realmente difficoltoso per uno straniero, a maggior ragione di colore, trovare un alloggio. E in effetti Rosa qualche difficoltà l’ha avuta. Attraverso la pagina Facebook «Cerco, offro casa o stanze in affitto a Padova» ha tentato di mettersi in contatto con alcuni tra i tanti locatori, dimostrandosi interessata alle varie proposte. Inutile dire che in molti pur avendo visualizzato il messaggio della ventottenne di origine africana non hanno risposto. Altri, va detto, hanno acconsentito a mostrare la casa. Altri ancora hanno detto che avevano già trovato un inquilino. Tra le tante risposte fa riflettere quella di Daniela, che affitta due stanze in Riviera Paleocopa. «Buongiorno, ho già interessati due gruppi che vedono la casa domani. Le faccio sapere se rimane qualche stanza disponibile», scrive a Rosa. La stessa richiesta la facciamo noi, stavolta con un profilo Facebook diverso, quello di una ragazza italiana, alla quale Daniela risponde in modo differente: «Buongiorno domani mattina sono lì con delle ragazze alle 10. Se vuole volentieri mi faccia sapere».

Perché? È la domanda che sorge spontanea a cui in parte Mario Magagnin, proprietario di diversi appartamenti in affitto, cerca di rispondere. «Io non affitto a studenti Erasmus e stranieri. Intanto perché è più facile che se ne vadano dopo un breve periodo, ma soprattutto perché se non pagano l’affitto o fanno dei danni dove vado a cercarli? In Francia? In Germania? In Camerun?» spiega «Ho già avuto brutte esperienze in queste ambito. Gli stessi avvocati a cui mi sono rivolto mi hanno detto che fare una causa all’estero, con tutto quello che comporta, è molto più dispendioso che pagarsi i danni e lasciar perdere».

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