Diritti e libertà, 200 immagini invadono le vie di Padova

l’iniziativa

Duecento immagini per riflettere sul concetto di libertà. A partire dal prossimo lunedì, per tutto maggio, le bacheche pubbliche della città ospiteranno i poster del progetto Reclaim, promosso dal Comune e realizzato da Cheap (un laboratorio di arte pubblica fondato a Bologna nel 2013 da sei donne) in collaborazione con l’associazione Play. Attraverso dei flash concettuali, l’iniziativa vuole indurre la cittadinanza a porsi delle domande per poter approfondire, attraverso un dialogo collettivo, alcune delle conseguenze più delicate e significative dell’attuale pandemia.

«L’avvento del Covid19 ha progressivamente ridisegnato le prospettive della nostra vita quotidiana» spiega Andrea Vedovato, presidente dell’associazione Play, «in quest’ultimo anno ognuno di noi è stato privato di aspetti tutt’altro che scontati, come diritti e libertà. Utilizzando le immagini come input, ci proponiamo di dare ai cittadini l’opportunità di soffermarsi su queste tematiche e stimolare un confronto che permetta alla collettività di condividere pensieri ed esperienze».

Risultato della selezione seguita all’ultima call for artist tematica lanciata da Cheap nel 2019 (in tempi ancora non sospetti rispetto all’allora imminente pandemia), i poster di Reclaim riescono a sintetizzare perfettamente alcune situazioni caratteristiche dell’attuale contesto storico: «La pandemia si è rivelata un reality check capace di minare alla base alcune certezze che mai avremo pensato di dover mettere in discussione» commenta Cheap «quello che all’epoca della call sembrava un mero esercizio distopico è poi diventato realtà. Se da una parte la crisi ha creato delle accelerazioni, dall’altra ha permesso di approfondire e ampliare tematiche come il tempo, il privilegio, i rapporti umani e la gestione dello spazio». A sostenere il progetto è anche l’assessora al sociale e alle pari opportunità Marta Nalin: «Dalla prossima settimana i cittadini potranno vedere per le strade di Padova immagini che parlano di diritto alla casa, di riappropriazione del proprio tempo». —

giulia tasca