Distributore Tamoil sparisce dal web, clienti lasciati senza risposte

La pompa di benzina di via Montà non è più presente nel portale internet: molti stanno ancora inviando le richieste di rimborso dopo i danni causati dalla presenza di gasolio nella cisterna della benzina. «I clienti superano il centinaio», spiega il presidente della consulta

Edoardo Fioretto
La pompa di benzina Tamoil di via Montà
La pompa di benzina Tamoil di via Montà

Scompare all’improvviso dal portale ufficiale di Tamoil il distributore di via Montà. Una riga cancellata dal sito, come se l’impianto non fosse mai esistito. Eppure la palazzina blu è ancora lì, chiusa da quasi due settimane, con le pompe spente e il nastro che delimita l’accesso. Nel quartiere la domanda rimbalza di porta in porta: perché eliminarlo proprio ora, mentre decine di automobilisti stanno cercando una risposta ai danni subiti dopo il rifornimento dello scorso fine settimana?

La catena degli eventi è ormai nota. Tra sabato 22 e domenica 23 novembre, in molti hanno fatto benzina alla pompa numero uno e alla numero quattro. Sono ripartiti senza sospetti, fino a quando il motore ha iniziato a singhiozzare. Prima qualche colpo secco, poi una vibrazione strana sotto i piedi, infine l’arresto improvviso in mezzo alla strada. I meccanici della zona hanno ricostruito nei giorni successivi l’origine del problema: nella cisterna destinata alla benzina sarebbe finita una miscela contaminata con tracce di gasolio. Non è chiaro chi abbia commesso l’errore né in quali quantità siano stati mescolati i carburanti, ma le conseguenze sono state immediate. Iniettori compromessi, motori bloccati, riparazioni da centinaia o migliaia di euro.

«Forse si parla anche di centoventi o centocinquanta clienti che si sono riforniti lì in quei due giorni», spiega Claudio Vesentini, presidente della consulta di quartiere di Montà. Il numero preciso non c’è, perché non c’è alcuna comunicazione ufficiale. E questo, per molti residenti, è diventato il nodo centrale della vicenda. C’è chi ha tentato la via digitale e ha provato ad aprire un ticket attraverso il portale dell’assistenza. C’è chi invece non ha trovato nemmeno la pagina: il distributore di via Montà non compare più tra gli impianti riconosciuti. «Oltre al danno, la beffa», commenta Vesentini. «Dal portale dell’assistenza hanno rimosso la pompa di via Montà. Chi cerca di chiedere il rimborso si trova quindi davanti a un muro di gomma».

La consulta ha raccolto nelle ultime ore decine di segnalazioni: automobilisti rimasti a piedi, altri che hanno speso cifre importanti per riportare le auto in officina, altri ancora che non sanno da dove cominciare. Non tutti hanno dimestichezza con internet; non tutti usano i social, che in questi giorni sono diventati la principale bacheca per scambiarsi informazioni. «Ci siamo accorti che molti non sapevano come procedere», spiega Vesentini, «ed essendo il distributore chiuso da giorni non sanno come muoversi». Il gestore, nel frattempo, è irreperibile.

Per questo la consulta ha deciso di intervenire direttamente. È partita una campagna informativa porta a porta, sono stati affissi avvisi nelle bacheche dei condomìni e nei negozi di quartiere, e i volontari hanno raccolto una prima lista di automobilisti colpiti dal problema. Al momento sono almeno quindici, ma il numero cresce ogni giorno. Intanto è stata inviata una pec alla sede italiana di Tamoil, con una richiesta di chiarimenti: cosa è accaduto, se sono stati eseguiti controlli sul carburante, chi è il referente a cui i cittadini possono rivolgersi per un eventuale rimborso. «Chiediamo di spiegare cosa sia successo», si legge nella lettera, «e di indicarci una persona o un contatto ufficiale». La consulta ha messo a disposizione anche una mail per facilitare la raccolta delle segnalazioni: consultavolontariato@gmail.com.

«Un vostro aiuto sarebbe molto utile», conclude il messaggio indirizzato all’azienda, «per rassicurare chi è in cerca di risposte e tutelare la credibilità della vostra immagine commerciale». Nel frattempo, via Montà resta un cantiere immobile: pompe spente, insegne accese e un quartiere che aspetta di sapere cosa sia successo davvero.

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