Domenica Salboro ringrazia il suo parroco

Domenica prossima la comunità di Salboro saluta con una festa il suo don, il parroco Severino Alessio. Dopo oltre dieci anni di servizio pastorale don Severino, 71 anni, nativo di Fellette, una...
Domenica prossima la comunità di Salboro saluta con una festa il suo don, il parroco Severino Alessio. Dopo oltre dieci anni di servizio pastorale don Severino, 71 anni, nativo di Fellette, una frazione di Romano d’Ezzelino (Vicenza), tornerà nelle missioni brasiliane.


Il vescovo Claudio infatti ha destinato il religioso nella missione che la diocesi di Padova ha in Brasile, a Duque de Caxias. Don Severino lascerà Santa Maria Assunta il prossimo 5 luglio e per allora sarà sicuramente nominato il suo successore che farà il suo ingresso ad autunno. Intanto domenica la comunità ha organizzato un giorno di festa per salutare il don e per ringraziarlo del periodo passato a Salboro.


Dopo la messa delle 10 è previsto un aperitivo in piazza e, alle 12. 15, il pranzo comunitario. «Ritorno dove ho lavorato per 23 anni», racconta don Severino. «Lascio perché c’è una necessità maggiore in Brasile. Ma a Salboro, dove il prossimo ottobre avrei compiuto 11 anni da parroco, sono stato molto bene. Ho trovato una bella comunità, con tante energie alla quale auguro di continuare a lavorare come sa fare».


Cosa porta con sé di Salboro? «Prima di tutto l’affetto. È una comunità che vive la sua fede con grande apertura: qui non importa se uno sia cattolico, importa la fratellanza. A loro dico continuate così: accogliete sempre».


Al suo successore cosa consiglia? «Un parroco è un fratello che deve camminare assieme, in comunione, con la chiesa e la diocesi. Inoltre si accorgerà presto che è anche un territorio ricco di cultura: dalla chiesa di Pozzoveggiani a villa Vanna fino alla chiesa vecchia. Per quest’ultima con l’amministrazione Zanonato-Rossi c’era un progetto di recupero, poi tutto si è arenato».


Non sarà troppo gravosa una missione alla sua età? «Ritorno volentieri in un luogo dove sono cresciuto come prete. Ma soprattutto c’è una necessità ed è mio dovere rispondere».


Elvira Scigliano


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