Don Albino Bizzotto e gli altri “Preti Verdi” dieci storie d’impegno nell’Italia dei veleni

Un libro di Mario Lancisi racconta le battaglie ecologiste dei sacerdoti, dalla Sicilia al Piemonte. Con tappa a Padova 

il racconto

Ben prima dell’enciclica Laudato Si’, che ha aperto una nuova stagione dell’“ecologia integrale”, c’era già dentro la Chiesa un fronte verde, che si batteva per l’ambiente nel senso più largo del termine.

Don Albino Bizzotto, 81 anni, originario di Cassola ma con radici profonde e solide a Padova, più che di ambiente ama parlare di Terra.

«Per noi significa respirare, bere, mangiare, lavorare. Siamo nati per vivere assieme, non per diventare ricchi, perciò la terra va amata e coltivata per la vita, non sfruttata e violentata per soldi».

Con queste parole racconta il suo impegno a Mario Lancisi, giornalista e scrittore, per trent’anni inviato del Tirreno, che nel suo libro “Preti Verdi” (edizioni Terra Santa) risale l’Italia, dalla Sicilia al Piemonte, per incontrare il fronte ambientalista della Chiesa, uomini semplici e miti ma caparbi e di grande statura morale. «Sono quei religiosi che in concreto, molti anni prima dell’enciclica di papa Francesco, già si spendevano per una giustizia sociale legata all’ambiente», spiega Lancisi.

il Veneto cementificato

È contro il modello veneto di sviluppo insostenibile che si batte don Albino. Contro la cementificazione che si mangia 38 ettari di terra al giorno. Digiuna, promuove la protesta, si appella ai candidati alla presidenza della Regione, contesta la legge sul consumo di suolo, le grandi opere, dal Mose alla Pedemontana, anticipa i Fridays for Future chiedendo un cambio di modello di sviluppo.

«Al raduno dei movimenti e dei pacifisti all’Arena di Verona, il 25 aprile 2014, avanza un’idea che va oltre la semplice difesa della Terra, le assegna unavalenza sacra», racconta Lancisi nel suo libro. «Noi, come umanità, non viviamo sulla Terra, noi siamo Terra», gli racconta il fondatore dei Beati i Costruttori di Pace. «Inscindibilmente legati alla comunità di tutti gli esseri viventi. Gli elementi che formano la nostra vita sono gli stessi di quelli delle altre specie viventi. Respiriamo tutti la stessa aria, beviamo la stessa acqua».

gli altri preti

Il viaggio di Lancisi comincia dalla Sicilia, dal polo petrolchimico di Augusta, dove c’è don Palmiro Prisutto, e prosegue nella valle del Mela, tra Messina e Milazzo, la zona più inquinata dell’isola, dove incontra don Giuseppe Trifirò. Poi approda a Taranto, dove c’è l’ex Ilva e dove don Nicola Preziuso cerca di costruire alternative al lavoro in fabbrica nel quartiere Tamburi. Sono tre i preti impegnati nella Terra dei Fuochi, in Campania: don Maurizio Patricello, don Marco Ricci e don Michele Olivieri.

In Toscana incontra Guidalberto Bormolini, teorico della difesa del creato, autore del libro “Anche gli animali hanno un’anima”. E quindi, dopo la tappa in Veneto - e l’incontro con don Albino, del quale racconta anche l’impegno pacifista e quello di aiuto ai poveri, arriva in Lombardia, dove don Gabriele Scalmana conduce la sua lotta contro l’inquinamento causato dall’inceneritore di Brescia.

Il viaggio si conclude in Piemonte dove c’è un vecchio frate, Bernardino Zanella, originario del Veneto, che a Casale Monferrato è stato anche operaio alla Eternit, la fabbrica che ha cessato l’attività lasciando un’eredità di 50 morti all’anno a causa dell’amianto. Sembrerebbe anche quella una battaglia persa dai Preti Verdi. E invece no, perché come diceva padre Bernardino è già un successo combattere contro la rassegnazione. —


 

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