Don Giovanni Nervo beato, al via la causa di canonizzazione

Il vescovo monsignor Cipolla ha firmato l’editto con cui si annuncia la richiesta di canonizzazione per il prete padovano primo presidente della Caritas e della Fondazione Zancan

Porta la data di martedì 9 settembre 2025 l’editto, firmato dal vescovo mons. Claudio Cipolla e da Sara Ruffato, cancelliere vescovile, con cui si annuncia alla comunità ecclesiale la richiesta, da parte del postulatore – il diacono Francesco Armenti – di avviare la Causa di beatificazione e canonizzazione di don Giovanni Nervo (1918-2013), prete della Diocesi di Padova, primo presidente di Caritas Italiana e della Fondazione E. Zancan.

«Nel corso degli anni, dopo la sua morte – si legge nell’editto – si radicò sempre più la convinzione, tra quanti lo conobbero, che don Giovanni era un cristiano autentico, un prete vero, un testimone della giustizia e della carità verso Dio e verso il prossimo. Questa convinzione ha dilatato la fama di santità del sac. Giovanni Nervo tanto che la diocesi di Padova, la Caritas italiana, la fondazione E. Zancan, attraverso i loro rappresentanti, si sono trovati concordi nell’affidare ad un postulatore, il diacono Francesco Armenti, di presentare formale richiesta affinché venga dato inizio alla causa di beatificazione e canonizzazione del sac. Giovanni Nervo».

 

Alla ricerca di miracoli

Con la pubblicazione dell’editto sulla Causa di beatificazione e canonizzazione di don Giovanni Nervo viene chiesto ai fedeli che «avessero notizie, dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del suddetto sacerdote, o fossero in possesso di scritti a lui attribuiti (diari, lettere od ogni altro scritto privato) o in qualunque modo pertinenti alla Causa, che non siano già stati consegnati alla postulazione» di contattare il Tribunale diocesano di Padova (via san Tomaso 5; tel. 0498226131; cell. 3514013435, causesanti@diocesipadova.it).

Viene inoltre stabilita l’affissione dell’editto per un mese nella Basilica Cattedrale, nelle chiese parrocchiali di Santa Sofia in Padova e Santa Giustina vergine e martire in Solagna (Vi); nella bacheca dell’Istituto vescovile Barbarigo e la pubblicazione nel sito diocesano nelle sedi centrali e nei siti della Caritas italiana e della Fondazione E. Zancan, nonché nelle sedi diocesane della Caritas italiana presenti in tutta Italia e in qualunque luogo che possa essere legato alla figura di don Giovanni Nervo.

Il profilo biografico di don Nervo

Don Giovanni Nervo, presbitero della Diocesi di Padova, era nato il 13 dicembre 1918 a Casalpusterlengo (Lodi) dove la famiglia a motivo della Prima guerra mondiale si era rifugiata dalla natia Solagna (Vi). In risposta alla chiamata del Signore, avvertita fin da piccolo, entrò in seminario a 13 anni e il 6 luglio 1941 venne ordinato presbitero dal vescovo Carlo Agostini. Incaricato come assistente all’Istituto vescovile Barbarigo condivise l’esperienza della Resistenza padovana.

Dal 1945 al 1950 fu assistente spirituale delle Acli e, successivamente, cappellano di fabbrica dell’Opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai – Onarmo fino al 1963, diventandone responsabile nazionale fino al 1965. Negli stessi anni insegnò religione all’istituto di ragioneria “Calvi” di Padova. Nel 1951 istituì la “Scuola superiore di Servizio sociale” e nel 1964 la Fondazione E. Zancan di cui sarà presidente fino al 1997 e poi presidente onorario. Dal 1965 al 1969 don Giovanni fu parroco di Santa Sofia in Padova, ma lui stesso chiese di essere esonerato dall’incarico, consapevole di non poter svolgere adeguatamente questo compito per tutti gli impegni che aveva.

L’esperienza più importante e centrale del suo sacerdozio e della vita pastorale fu la Caritas italiana, costituita dalla CEI il 2 luglio 1972, della quale fu presidente dal 1971 al 1975 e poi vicepresidente fino al 1986. La sua priorità in questo ambito fu di dar vita in ogni diocesi alla Caritas come espressione costitutiva, assieme all’annuncio della Parola e della vita liturgica, dell’essere Chiesa. Conclusa l’esperienza in Caritas italiana, don Giovanni fu chiamato presso la CEI come coordinatore dei rapporti tra la Chiesa e le istituzioni fino al 1991, quando ritornò definitivamente a Padova dove, su incarico del vescovo Filippo Franceschi continuò a coordinare i rapporti Chiesa-istituzioni-territorio nella Diocesi di Padova e il suo lavoro presso la Fondazione Zancan, non cessando di divulgare il suo pensiero in merito alla giustizia sociale con particolare attenzione ai poveri e alle situazioni più disagiate della società.

Morì all’Opera della Provvidenza S. Antonio, a Sarmeola di Rubano (Pd) il 21 marzo 2013

 

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