Doping ciclistico, indagine chiusa

Amatore positivo al controllo: dopo la giustizia sportiva ora chiede il conto anche quella penale

VILLAFRANCA PADOVANA. Neanche un anno fa, nel dicembre 2014, era arrivato lo stop dalla Giustizia sportiva per il ciclista amatoriale Massimo Tolosi, 42 anni, residente in via Balla a Villafranca Padovana, già maglia della Raschiani Valnure, tesserato Acsi e sospeso in forma preventiva dopo aver corso lo scorso 28 settembre a Brugine il Trofeo ciclistico Piovese. Ora anche la giustizia ordinaria è arrivata al traguardo. Il pubblico ministero padovano Benedetto Roberti ha chiuso l’inchiesta penale a carico di Tolosi, atto preliminare alla richiesta di un processo per violazione della legge numero 376 del 2000 che punisce l’uso di sostanze dopanti. Secondo il capo d’accusa il 42enne si sarebbe procurato e poi iniettato sostanze dopanti per migliorare le proprie prestazioni agonistiche È il 28 settembre 2014 e Tolosi partecipa alla corsa Trofeo ciclistico Piovese. Al termine viene sottoposto al controllo a campione insieme ad altri ciclisti. Il risultato è sconcertante: risulta positivo al norandrosterone e al noretiocolanolone, anabolizzanti vietati in gara e fuori gara, sostanze farmacologicamente attive ricomprese nelle cosiddette categorie vietate da Wada (l’Agenzia internazionale antidoping) e Nado (l’Organizzazione nazionale antidoping), non giustificate da condizioni patologiche particolari. Da tempo il ciclista amatoriale era nel mirino dei carabinieri del Nas che, per un periodo, avevano tenuto d’occhio l’andirivieni di “colleghi” ciclisti che si recavano nella pizzeria per asporto che Tolone ha gestito. Pizzeria poi ceduta a un altro appassionato di due ruote. Per lui l’ufficio del Tna (Tribunale nazionale antidoping) aveva chiesto due anni e mezzo di squalifica. (cri.gen.)

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