Dopo il Tar tocca ai cavalli le Padovanelle riaprono

PONTE DI BRENTA. Dopo il lungo stop, dovuto anche e specialmente al contenzioso giudiziario-amministrativo che si è scatenato sull’ippodromo, venerdì prossimo riprenderanno le corse alle Padovanelle. Dopo la sosta forzata per tutto il mese di febbraio, i cavalli torneranno in pista per tutto il mese di marzo. Cavalli in corsa anche venerdì 18 e venerdì 25, mentre il 13 marzo, nello storico impianto di Ponte di Brenta, aperto nel 1901 dal senatore-mecenate Vincenzo Stefano Breda e ristrutturato da cima a fondo nel 1961 dall’imprenditore Ivone (detto Nani) Grassetto, si correranno i due gran premi Città di Padova e Le Padovanelle. L’anno scorso il primo gran premio è stato vinto da Re Italiano ed il secondo da Santiago De Ete.
Naturalmente, in base alla sentenza di circa un mese fa del Tribunale amministrativo di Venezia, che ha accolto nel merito il ricorso presentato dal gruppo Coppiello, la gestione attuale dell’ippodromo non è più quella di prima, che era stata assegnata dalla Regione Veneto e dalla Fondazione Breda alla Scarl Breda, ma è tornata nelle mani di Paolo e Daniele Coppiello. Anche se poi gli scenari amministrativi gestionali potrebbero cambiare ancora già nei prossimi mesi perché la Breda Scarl, con in testa il presidente Manuel Folli e il direttore generale Antonio De Rossi, ha già presentato il controricorso al Consiglio di Stato attraverso gli studi legali dell’avvocato bolognese Giovanni Scagliarini, che è anche un grande appassionato di cavalli e del collega romano Mario Sannino.
Nel frattempo sta andando avanti normalmente la nuova gestione amministrativa della Fondazione Breda, che è stata affidata, ormai oltre un mese fa, dalla Regione, tramite l’assessorato ai Servizi Sociali all’avvocato di Santa Giustina in Colle Cristian Centenaro, con studio a Campodarsego.
I cavalli stanno per tornare a correre, ma da tempo non si sa più nulla del futuro dell’hotel-ristorante Le Padovanelle, chiuso da sei anni e ridotto in uno stato di degrado pressoché irreversibile. «Quelle poche volte che passo davanti all’ippodromo mi si stringe il cuore per le condizioni in cui è ridotta quella struttura», osserva Gianfranco Toniolo, oggi titolare de i Bastioni del Moro. «Ai tempi in cui ci lavoravo anch’io, assieme ad Erminio Alajmo, era il complesso alberghiero più bello della città. Come mai nessuno si interessa più dell’eventuale rinascita delle Padovanelle? », si chiede l’imprenditore. «E perché nessuno fa niente?».
Felice Paduano
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