«Dopo mesi di paura e sacrifici ora vediamo malati trascurati»
Padova
Desi Meneghesso, operatrice sociosanitaria a Schiavonia e Francesca Silvestrini, infermiera a Camposampiero, hanno una cosa in comune: sono state in prima linea contro il Covid fin dal primo giorno. Da allora fanno i conti con il virus, e con le sue conseguenze, anche indirette: «L’Usl ci aveva dichiarato Covid free, ma noi abbiamo sempre avuto pazienti, con un doppio percorso al Pronto Soccorso, andavamo dai malati con il Suem, e poi ne avevamo in Terapia Intensiva, Semintensiva, con un afflusso sempre costante che ora va diminuendo, anche se continuiamo a vedere pazienti Covid che non si sono vaccinati» sostiene l’infermiera «ma, dopo che per mesi sono stati lontani dall’ospedale per paura del virus, ora arrivano anche anziani scompensati perché durante l’epidemia non hanno seguito il follow up e giovani con il tumore che muoiono perché non si sono curati. E noi siamo passati da quello a questo senza staccare un momento quando avremmo bisogno di un po’ di normalità, come mangiare un gelato o andare qualche giorno al mare».
Dall’altra parte della provincia le sensazioni e i sacrifici di Desi Meneghesso sono le stesse: «A febbraio 2020 ero nel reparto che ha accolto il primo paziente Covid e da allora ci siamo buttati facendo il meglio con quello che avevamo» racconta «lunedì ho fatto l’ultimo giorno bardata in Semintensiva e martedì ero in un reparto di degenza, ma io sono sempre la stessa. Sono quella che ha visto mamme piangere per la paura, che prima di mettere la doppia mascherina doveva respirare a fondo in un angolo. Lo scorso ottobre, con un lungo inverno davanti, come molti ho avuto paura di non resistere. E ora ho paura di quello che potrebbe aspettarci in autunno». —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova