Due anni per falsa testimonianza
Condannati in tre: avevano fornito un alibi agli assassini

MAICH GABRIELI Il giostraio che si è pentito
PIOVE DI SACCO.
Hanno detto il falso in aula, in veste di testimoni. Bruno Cainero, impresario edile di Piove di Sacco, Rusty Valentin e Flavio Bozzolan, sono stati condannati a 2 anni di reclusione ciascuno con rito abbreviato dal giudice Paola Cameran. Dovranno risarcire 50.000 euro alle parti civili, ad ognuna delle due famiglie, rappresentate dall'avvocato Luigino Maria Martellato. Il processo nel quale furono chiamati a testimoniare è quello per l'omicidio di Gianfranco Piras, ucciso durante la rapina nella sua gioielleria di Abano il 19 luglio del 2005. L'accusa di falsa testimonianza era stata contestata dopo che al processo di primo grado raccontarono che Panizzolo e Meneghetti (i due imputati) avevano lavorato per un'impresa edile nelle sere tra il 18 e il 21 luglio 2005, smentendo il pentito Maich Gabrieli, che invece, aveva spiegato che erano stati impegnati a organizzare il colpo e poi a incendiare l'auto usata nella rapina. L'imprenditore Cainero era il datore di lavoro dei due banditi e riferì che quel giorno Meneghetti era all'opera, mentre per Panizzolo non ricordava molto bene. Anche gli altri due imputati confermarono la tesi di Cainero, fornendo un alibi alla coppia. L'assassino di Piras, è stato proprio Fabrizio Panizzolo, 39 anni. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nel luglio scorso. Per Fabiano Meneghetti, 33 anni di Bovolenta, anche lui condannato a 30 anni prima e all'ergastolo poi pur non essendo ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio, la sorte processuale è ancora da scrivere. La Suprema Corte, infatti, ha annullato la sentenza di secondo grado con rinvio ad altra sezione della Corte d'assise. A incastrare Panizzolo e Meneghetti fu la confessione resa dal giostraio Maich Gabrieli, il primo della banda a finire in manette e a raccontare i retroscena della rapina che si concluse pure con l'uccisione del quarto uomo della banda, il nomade Emanuele Crovi di Brugine, ferito a morte dai colpi esplosi dall'orefice. (c.bel)
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