Due ditte gemelle a rotoli 70 dipendenti senza paga

Erano spuntati compratori Usa, la proprietà danese s’è tirata indietro all’ultimo Ora le aziende sono a un passo dal fallimento e da due mesi non versano i salari
Di Silvia Bergamin

GALLIERA VENETA. Fa fallire l'azienda e lascia per strada 70 lavoratori. Il Natale alle porte non si preannuncia all'insegna della tranquillità per decine di dipendenti delle aziende "sorelle" Digipack e Italproject, che hanno sede in via Leonardo da Vinci a Galliera Veneta. Da venerdì della scorsa settimana, i lavoratori hanno incrociato le braccia e stanno presidiando i cancelli delle ditte per protestare contro una «gestione finanziaria alquanto discutibile».

Accanto ai manifestanti c'è il sindacalista della Fim Cisl, Andrea Bonato: «Si tratta di aziende specializzate nella costruzione di macchinari per packaging», spiega. «Tre anni fa il proprietario, Angelo Pivato, le ha vendute a un gruppo danese. Il nuovo acquirente, dopo una gestione fallimentare delle aziende, ha deciso di fare richiesta di concordato, dal momento che la situazione era di bancarotta». Per le 70 famiglie dell'Alta Padovana sembrava quindi esserci un nuovo spiraglio: «Nel corso della trattativa», continua Bonato, «è emersa la volontà di una società americana di rilevare la Digipack e la Italproject. Un affitto di ramo di azienda, che ci avrebbe permesso di salvare una quarantina di posti di lavoro e garantire la cassa integrazione straordinaria per i 30 rimanenti. Quando è arrivato il momento di chiudere definitivamente la trattativa, l'attuale proprietario ha deciso di non cedere le aziende per mero interesse commerciale».

I dipendenti si sono quindi ritrovati senza lavoro e senza prospettiva: «Sono senza stipendio da ottobre», sottolinea il sindacalista della Cisl, «e neppure a Natale riceveranno la busta paga. E con ogni probabilità non potranno usufruire della cassa integrazione straordinaria prima di febbraio. Abbiamo chiesto l'aiuto anche del sindaco Stefano Bonaldo. Se non ci sarà la cessione, occuperemo le aziende e ci organizzeremo in cooperativa, estromettendo l'attuale proprietario».

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