Duomo troppo piccolo per l’addio a Marco

piove di sacco
«Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dov’erano, ma sono ovunque noi siamo». Le parole di Sant’Agostino, citate in uno dei ricordi pronunciati dall’altare e lasciati alle emozioni di fine cerimonia, pesano come macigni dei cuori perché dettate da una realtà troppo crudele da accettare, ma possono anche aiutare a sollevare l’animo perché lasciano aperta la porta della speranza e alla vita. Una folla di persone ha presenziato ieri mattina, nel duomo di Piove di Sacco, al funerale di Marco Soggia, il diciannovenne mancato sabato scorso in ospedale a Padova dopo alcuni giorni di agonia per le conseguenze di un incidente stradale.
gente sul sagrato
In molti non sono nemmeno riusciti, complici anche le restrizioni legate all’emergenza sanitaria, ad entrare in chiesa e hanno quindi dovuto accontentarsi di rimanere, nonostante la temperatura elevata, sul sagrato dove erano stati comunque montati altoparlanti per diffondere. Nel pomeriggio di mercoledì 29 luglio, percorrendo la Sr 308 del Santo al volante della propria Volkswagen Polo, all’altezza di Cadoneghe era rimasto coinvolto in uno scontro frontale tra due tir. Nell’incidente era mancato, nei giorni successivi, anche uno degli autisti, un cinquantenne originario dello Sri Lanka. Sulla dinamica è stata aperta un’indagine nella quale l’autista sopravvissuto si trova ora accusato di duplice omicidio stradale. Marco Soggia, figlio della moglie dell’attuale sindaco di Arzergrande, Filippo Lazzarin, aveva riportato danni celebrali che si sono poi rivelati irreversibili. Lunghe ore di attesa, con la speranza appesa al filo di un miracolo. «Il vero miracolo» ha detto don Vittorio Stecca nell’omelia «è quello che ha fatto Marco portando qui tanta gente che gli voleva bene. Non è scontato. Moltissime persone che si sono strette alla famiglia, condividendo lo stesso peso. Marco ha lasciato l’amata mamma Silvana Peruzzi Cortes, di cui condivideva occhi e sorriso, papà Stefano Soggia, che gli ha trasmesso il valore della riservatezza e dei silenzi che possono dire più di mille parole, la sorellina di un anno Matilde Lazzarin e la sorella maggiore, da parte di padre, Giorgia Soggia.
rappresentanti
Ad attendere il feretro, insegnale di vicinanza al sindaco Lazzarin, c’erano amministratori locali e rappresentati delle forze dell’ordine piovesi. Marco è stato ricordato dagli amici e compagni di scuola, con i quali aveva condiviso un cammino per lui fin troppo breve ma già ricco di esperienze. Mai scortese né sgarbato, era un compagno e un amico rassicurante, dotato di una grande bontà d’animo. Non gli interessava l’apparire, si concentrava e restava ammirato per le cose che riteneva essenziali, come la natura e l’amore per gli animali, specie i cuccioli indifesi e abbandonati. —
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