È finita l’agonia dell’imprenditore Dario Bormioli

Il concessionario si è spento ieri e ha donato gli organi Il 25 aprile la tragedia: si era sparato in cimitero

Si è spento ieri in ospedale, dove era ricoverato in condizioni disperate, Dario Bormioli, 71 anni, titolare di una delle più importanti e conosciute concessionarie d’auto di Padova.

Ha donato gli organi, l’espianto è stato autorizzato dalla famiglia, così lui avrebbe voluto. Ancora non è stata fissata la data dei funerali.

Era la mattina di venerdì 25 aprile quando Dario si è fatto accompagnare al cimitero maggiore da un autista che spesso chiamava per i suoi spostamenti. Si è fermato davanti alla tomba del padre Ugo Bormioli, imprenditore che, primo in Italia, a Padova aprì una concessionaria Alfa Romeo. Quella stessa azienda che poi passò a Dario. E lì, davanti alla tomba, ha tirato fuori la pistola (una Smith & Wesson calibro 38 che deteneva regolarmente) e si è sparato alla testa. Arrivato all’ospedale in fin di vita è stato operato ma la pallottola aveva causato danni irreparabili. E ieri Dario ha smesso di respirare.

Era angosciato per le ricadute della crisi sulla sua azienda, ne aveva fatto un’ossessione anche se la situazione non pareva così preoccupante. Ne parlava ma poi il suo carattere cordiale, aperto aveva la meglio. Propenso alla battuta, al sorriso, così vitale. Questo sembrava. Invece la decisione di andarsene ce l’aveva dentro, sostenuta da incredibile lucidità: dieci giorni prima aveva chiesto all’autista un passaggio per il cimitero. Ma poi all’ultimo momento aveva rinviato. Sono passati i giorni di Pasqua con le grandi riunioni familiare, lui sembrava il solito Dario. Ma aveva solo rinviato il suo progetto.

Dario era conosciutissimo e molto stimato: aveva venduto auto e regalato simpatia a mezza città.

Quando il padre Ugo, classe 1916, morì, lui che aveva 20 anni, prese il suo posto in concessionaria, nella sede storica in via Grassi dove rimase fino agli anni Novanta; poi il trasloco in via Vigonovese dove, nel grande spazio esterno, spesso le domeniche d’estate allestiva chilometriche tavolate ed erano grigliate assieme ad amici e ai dipendenti, soprattutto quelli in pensione da tempo ma rimasti legatissimi all’azienda e a Dario. E lui a loro. Qualche anno fa aveva spostato l’azienda a Due Carrare.

Era padre di due figli, Stefania e Ugo che part time lavora nell’azienda paterna; lascia l’ex moglie Serena e una famiglia d’origine composta dai fratelli Roberto, Rita e Cesare, da molti nipoti, e dalla “nonna” Susanna Cinelli, per tutti e da sempre Didì, 93 anni. Una donna speciale, forte e tenerissima, che di Ugo Bormioli rimase vedova da molto giovane e che è stata ed è il perno della famiglia.

(a.pi.)

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