E Franco Freda organizzava le squadre anti-sciopero

C’è ancora, in via Martiri della Libertà, quella scritta d’altri tempi, “Casa dell’Agricoltore”, sulla facciata d’un palazzo al numero 9. È una costruzione che ha le sue fondamenta nella “battaglia del grano” di Mussolini, quando c’era l’ammasso obbligatorio del frumento. La Federazione fascista di Padova risparmia qualche centesimo ogni quintale conferito e con quel denaro dà vita alla Società anonima casa dell’agricoltore. Nel 1939 acquista un terreno tra piazza Spalato (oggi piazza Insurrezione) e via San Fermo. Solo dopo la guerra viene fatto un accordo con la società Grassetto in cambio di quell’area, Grassetto costruirà la sede degli agricoltori. In quel palazzo, fino ai primi anni ’70, convivono al primo piano, quello nobile, l’Unione; al secondo piano la Coldiretti, al terzo l’ispettorato agrario e all’ultimo l’associazione allevatori. È in quelle stanze in pieno centro il nucleo dell’organizzazione e del potere dei proprietari terrieri. Ed è in quelle stanze che arriva a lavorare Franco Freda, giovane procuratore legale, ma già attivissimo a Padova negli ambienti dell’estrema destra. Siamo negli anni ’67-’68, Freda si occupa dell’ufficio legale e anche di questioni economiche. A quell’epoca ha già fondato la casa editrice Ar, ha già raccolto la destra estrema attorno alla libreria Ezzelino di via Patriarcato, ha già abbandonato il Fuan, Fronte universitario d’azione nazionale, dopo averne presieduto la sezione San Marco, accusandolo d’essere appiattito sulle posizioni del Msi. Insomma, non si può non sapere chi è e cosa predica Franco Freda. Leggendo Platone, Hegel e Nietzsche, è fautore di una “aristocrazia ariana”, con tutto quel che ne consegue. Le sue edizioni Ar pubblicano il “Mein kampf” di Hitler. La cosa curiosa è che all’epoca a dirigere l’Unione agricoltori è Giordano Cohen Giordana, un ebreo liberale. Succede anche, in quegli anni, che nelle campagne scoppiano fermenti e scioperi tra i salariati e i braccianti, per esempio in occasione della vendemmia. E l’Unione vi si oppone, scende il campo anche l’Anga, la sua organizzazione giovanile, vengono organizzate squadre antisciopero che in pratica sono gruppi di crumiri che affrontano e sostituiscono gli scioperanti. Spesso il clima, nelle aziende della Bassa, tra Bagnoli, Agna e Conselve, era teso, molto teso. Sarà forse per questo che c’è ancora chi si ricorda distintamente Franco Freda, il rivoluzionario di destra, alla testa dei controrivoluzionari decisi ad affossare gli scioperi: Lo ricorda l’allora sindaco di Anguillata, lo ricordano i sindacalisti di Terra Lavoro. Non si tirava indietro, il giovane procuratore legale. A Padova, sempre nel ’67, durante una manifestazione pubblica davanti al Pedrocchi, tanto per essere più convincente, si agitava con una pistola in pugno. La testimonianza precisa, raccolta da più persone, è del testimone oculare Ugo Pisani, medico, allora segretario della sezione Pci di Camin e figura di spicco della sinistra padovana..
Paolo Coltro
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