È morto Sgalambro, il filosofo sospeso tra nichilismo e musica

ROMA. Manlio Sgalambro rivendicava con orgoglio di essere giunto alla maturità dopo «una sconfinata giovinezza» e con un percorso lontano dal mondo accademico. Non solo. Quando si iscrisse all’univer...
Il filosofo Manlio Sgalambro con Franco Battiato in un'immagine del 2001. E' morto questa mattina a Catania Manlio Sgalambro, 90 anni, filosofo e autore di numerosi testi di Franco Battiato. I funerali saranno celebrati domani alle 15:30 nella chiesa Crocifisso dei miracoli del capoluogo Etneo. ANSA / DAL ZENNARO
Il filosofo Manlio Sgalambro con Franco Battiato in un'immagine del 2001. E' morto questa mattina a Catania Manlio Sgalambro, 90 anni, filosofo e autore di numerosi testi di Franco Battiato. I funerali saranno celebrati domani alle 15:30 nella chiesa Crocifisso dei miracoli del capoluogo Etneo. ANSA / DAL ZENNARO

ROMA. Manlio Sgalambro rivendicava con orgoglio di essere giunto alla maturità dopo «una sconfinata giovinezza» e con un percorso lontano dal mondo accademico. Non solo. Quando si iscrisse all’università non lo fece a filosofia: «La coltivavo già autonomamente. Mi piaceva il diritto penale e scelsi Giurisprudenza».

Sgalambro è moto ieri a Catania; aveva 89 anni. Amava la cultura irrazionale ed era vicino, nello spirito e nella scrittura, a Cioran come a Nietzsche. Per lui, non percorsi didattici tradizionali: la cultura e il sapere sono tutti nella vita, nelle sue pieghe, dentro la propria personale esperienza.

Nato a Lentini, nonostante questa idiosincrasia verso la cultura istituzionale, diventa, quasi contro al sua stessa volontà, filosofo, scrittore, poeta,e anche paroliere e cantautore grazie all’incontro con Franco Battiato. Teorico della centralità del pensiero, dell’impegno morale, che è per l’uomo l’unica bussola nei mari burrascosi della contemporaneità, Sgalambro rifiuta le soluzioni preconfezionate della filosofia e indaga gli spazi dell’intelletto esplorando le contaminazioni dell’anima razionale. Insomma colloca il suo pensiero nelle nicchie del disincanto nichilistico.

Nel 1959 pubblica il saggio “Crepuscolo e notte”; diventa poi collaboratore di “Tempo presente” di Ignazio Silone e Nicola Chiaramonte. Negli anni Sessanta cominciano per lui le difficoltà economiche. Si adatta così a fare un po’ di tutto, anche il cameriere. Poi comincia a compilare tesi di laurea e insegna come supplente nelle scuole. Sgalambro esordisce come scrittore molto tardi, nel 1982, a 55 anni, con “La morte del sole”. Arrivano poi molti altri volumi, fra i quali “Trattato dell’empietà”, “Del pensare breve”, “Dell’indifferenza in materia di società”.

Nel 1994 inizia la sua ventennale collaborazione con Franco Battiato che gli dà quella popolarità a cui non era certo abituato. Per lui scrive libretti d’opera, testi di canzoni (tra cui le parole di “La cura”) e sceneggiature per film. Nel segno della più totale ecletticità, nel 2001 Sgalambro ha anche inciso un album, “Fun club”, prodotto dallo stesso Battiato e da Saro Cosentino.

Dice di lui, ricordandolo, Massimo Cacciari: «Sgalambro era molto polemico nei confronti di ogni forma di ufficialità. Ha scritto libri molto duri e molto veri. La sua filosofia era molto leopardiana, una filosofia dolorosa ma vera. Il suo sguardo spietato nei confronti delle nostre miserie, delle miserie della nostra natura. Era spietato ma anche disincantato e quindi pietoso alla fine».

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