È senza fine la crisi dell’edilizia si arrende la Bano Costruzioni

LOREGGIA. «Fare impresa nelle costruzioni è diventato impossibile e non appena chiuderemo l’azienda di famiglia mi troverò un posto da dipendente, magari in un altro settore». Ad alzare bandiera bianca è Andrea Bano, titolare della Bano Costruzioni Generali di Loreggia che fino a prima della crisi fatturava quasi 3 milioni di euro e dava lavoro a 25 operai. Un altro duro colpo per il distretto dell’edilizia di Loreggia, forte in passato di tre grandi imprese del calibro di Edilbasso, Belvedere e Tm Costruzioni e di un tessuto di pmi di grande vivacità che ne facevano il centro di un sistema di dimensioni nazionali.
Delle tre principali società solo Tm Costruzioni è ancora in attività e gode di buona salute mentre Belvedere ed Edilbasso hanno lasciato sul terreno centinaia di lavoratori. La vicenda della Costruzioni Generali Bano Srl, attiva nel settore degli appalti per le multiutility e per i Comuni dell’area è emblematica di un percorso tipico delle aziende legate al sistema degli appalti. «La crisi ci aveva colpito già dal 2006», ricorda Bano, «e le politiche del massimo ribasso sugli appalti ci hanno messo fuorigioco. Si lavorava lo stesso ma i margini di guadagno erano spesso negativi. Per evitare ai miei operai la cassa integrazione ho pure ristrutturato la mia stessa abitazione pagando fattura alla mia azienda. Ma le cose sono andate sempre peggio, il credito mancava e noi non prendiamo già da un paio d’anni uno stipendio. Ora non sappiamo neppure come pagare i lavoratori rimasti ma ho lasciato alla società tutti i miei risparmi e dovrò trovarmi un lavoro da dipendente al più presto».
Oscillano dalle 6 alle 8 le mensilità non pagate quelle che attendono i 4 lavoratori di Bano che sono usciti la settimana scorsa dall’azienda. «L’impresa ha sempre pagato ma ora la crisi sembra avere chiuso ogni speranza», dichiara Giuseppe Narzisi della Filca Cisl di Padova e Rovigo. «Faremo il possibile per tutelare i dipendenti e venire a capo di un fallimento che ha colpito lavoratori e proprietà quasi con la stessa forza».
Global Solution. Anche chi ha scelto di rilanciare, come i vertici di Global Solution, società di progettazione facente capo alla proprietà di Belvedere, si trova ad avere problemi. «Global Solution è una start up della progettazione che ha tutte le carte in regole e non c’è alcuna possibilità che possa fallire», spiega Robert Paltrinieri, già amministratore delegato di Belvedere Costruzioni. «Presenteremo a breve il bilancio 2016 forti di un fatturato sopra i 160 mila euro e un capitale sociale da 265 mila euro. Gli unici debiti che abbiamo sono di 38 mila euro relativi ad alcuni stipendi non pagati che siamo pronti a saldare a rate, come da accordi presi con i 5 dipendenti che ci hanno lasciato».
A puntare il dito sulla mancanza di piani condivisi per il rilancio del settore è Dario Verdicchio, segretario della Fillea Cgil di Padova: «A livello istituzionale nessun vero tentativo di invertire le tendenze del mercato è stato messo in campo, mentre sul piano imprenditoriale ci si è illusi che la destrutturazione, tradottasi in drammatica riduzione dei livelli occupazionali, fosse l’unica strada da percorrere per superare il periodo di difficoltà. Questo non è successo e le aziende stanno morendo a metà del guado. Per l’edilizia ci vogliono politiche industriali e un rilancio di investimenti pubblici ».
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