Eccidio di Codevigo il 20 novembre esce il film

CODEVIGO. Antonello Belluco ce l’ha fatta. Il regista padovano, dopo quattro anni di tribolazioni che non fatica a definire veri e propri sabotaggi, vedrà il suo film - “Il segreto di Italia” - distribuito in sala, nonostante più di qualche esercente si sia “cortesemente” defilato per il timore di ritorsioni da parte di chi non vuole sentir parlare di partigiani assassini all’indomani della Liberazione. A 68 anni dall’eccidio di Codevigo, la stampa di destra, da una parte, e l’Associazione Nazionale Partigiani, dall’altra, si fronteggiano ancora sul terreno impervio e scivoloso della verità storica. Belluco, però, non ci sta e conferma una volta ancora che il suo film non è ideologico, né può essere tacciato di revisionismo. «Chi l’ha visto, anche persone di sinistra che hanno la Resistenza nel cuore, ha ammesso che non si tratta di un’opera di parte. Ho voluto raccontare il dramma di una famiglia in un contesto storico complicato, popolato di partigiani e fascisti, molti dei quali neppure si sono resi conto di quello che accadeva». Eppure in molti non si sono fidati: dal precedente produttore della pellicola - Sergio Pelone – che, abbandonando il progetto, ha fatto evaporare i finanziamenti pubblici già concessi, ad Antonella Ruggiero che si è rifiutata di interpretare il tema del film dopo un iniziale interesse; dai collezionisti che non hanno più messo a disposizione armi e costumi d’epoca, al piccolo borgo di Crespino che per non far girare il film sul suolo comunale ha richiesto una garanzia fideiussoria impossibile da onorare. E poi l’improvvisa morte di Gerardo Fontana, l’ex sindaco di Codevigo nonché sceneggiatore del film, colpito da una fatale ischemia il 26 giugno del 2013. «Devo lodare la mia caparbietà e quella della mia socia Raffaella Lucietto. In questi quattro anni ci hanno messo in ginocchio. Ci siamo rialzati. Siamo caduti di nuovo e ci siamo rialzati ancora. E adesso che il traguardo dell’uscita del film è vicino, non sono nemmeno capace di gioire, tante sono le amarezze accumulate. Il film non potevo che dedicarlo a Gerardo Fontana: è lui che mi ha chiesto di raccontare questa storia, pur essendo stato un sindaco di sinistra. E questo la dice lunga sull’onestà intellettuale del film». Per Belluco i guai potrebbero non essere finiti: il legale che assiste il presidente dell’Anpi e il figlio di Arrigo Boldrini (il comandante partigiano della brigata che avrebbe ordinato la strage di Codevigo) e che aveva già chiesto, invano, di poter esaminare preventivamente la sceneggiatura del film, aspetta “Il segreto di Italia” al varco: alla già travagliata storia della pellicola potrebbe persino aggiungersi un ricorso d’urgenza per il sequestro dell’opera.
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