Eidon Lab, la truffa ha fruttato 6,5 milioni

Nove gli accusati di associazione per delinquere. Evasione fiscale per 250 aziende. Finanza: le prove negli scambi di mail



Sono due anni che l’Operazione Serpente tiene impegnati gli uomini del tenente colonnello Marco Graziano che guida il Gruppo Tutela Finanza Pubblica della Guardia di finanza di Padova. Due anni di raccolta dati, intercettazioni, file, e mail e fatture in aziende sparse in tutta Italia: pile di faldoni che hanno permesso di ricostruire - ma il lavoro per definire il quadro completo si prevede ancora lungo - il meccanismo della truffa sui finti progetti di ricerca che Eidon Lab - società che ha sede in piazzetta Modin 12 a Ponte di Brenta - forniva alle aziende consentendo loro di beneficiare del credito d’imposta del 90% introdotto con un decreto nel 2011 (la percentuale è stata poi ridotta al 50% nel 2015, ndr).

le cifre

Da parte sua Eidon Lab intascava per ogni progetto, di fatto senza aver svolto alcun lavoro secondo la tesi dell’accusa, il 20% del suo valore. La Finanza ha accertato 45 milioni di crediti di imposta di cui hanno beneficiato le aziende, mentre Eidon Lab avrebbe incassato 6,5 milioni.

indagati

Sale a nove il numero degli indagati per associazione per delinquere e truffa ai danni dello Stato: oltre ai vertici di Eidon Lab, ovvero Marco Santoro, la moglie Lucilla Lanciotti, Alessandro Manganelli Di Rienzo e Giampiero Abate, figurano cinque stretti collaboratori, tutti operanti a Padova tranne un consulente con attività in un’altra regione. È stato lui, quando gli uomini della Finanza si sono presentati nel suo ufficio per la perquisizione, a tentare di disfarsi dei documenti compromettenti gettando dalla finestra una serie di faldoni. Materiale che la Finanza ha prontamente recuperato e sequestrato, insieme a file, e mail, fatture e altro materiale ritenuto utile alle indagini. Sono 250 le aziende coinvolte sulle quali la Finanza, coordinata dal pubblico ministero Roberto D’Angelo, sta indagando. L’operazione tocca 38 province, da Alessandria a Napoli, passando per Ancona, Arezzo, Bari, Belluno, Bergamo, Biella, Bologna, Como, Cuneo, Gorizia, Lucca, macerata, Mantova, Milano, Modena, Pavia, Torino, Perugia, Pistoia, Pordenone, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Salerno, Treviso, Trieste, Venezia e Verona. Padova, ovviamente, è in cima alla lista. Tra i reati contestati, sia a Eidon Lab che alle aziende-clienti, figura anche quello di false fatture.

intermediari

A dare l’imput all’inchiesta è stato un controllo dell’Ufficio Anti-frode dell’Agenzia delle Entrate nella sede di Eidon Lab. I funzionari incaricati, una volta arrivati nella sede di Ponte di Brenta, scoprono che la società non ha alcuna struttura che svolge ricerca, pur essendo quello il core business dichiarato. Le indagini passano alla Finanza. E man mano che si scava nei rapporti commerciali di Eidon Lab prende forma la trama della truffa. Eidon Lab vende alle aziende un software - diverso a seconda delle necessità - uguale identico a quelli acquistabili direttamente sul mercato. L’inghippo sta qui: Eidon Lab se lo fa pagare un 20% in più rispetto al costo di mercato, imputando quel sovrapprezzo al suo lavoro di ricerca. Lavoro che di fatto non esiste. Ma per l’azienda l’affare è ghiotto, perché spacciandolo per un investimento in ricerca, può beneficiare del credito d’imposta del 90%. Figurarsi se non conviene.

le prove

Ci sono numerose comunicazioni via mail tra Eidon Lab e le aziende che proverebbero come il meccanismo truffaldino ideato dalla società padovana fosse perfettamente noto ai clienti. Le indagini si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche e anche da queste sono emersi elementi inconfutabili rispetto all’evidenza del rapporto do ut des.

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