Elezioni al Bo, Rizzuto scende in campo: «Più internazionali»

PADOVA. Dopo tante chiacchiere e voci, Rosario Rizzuto ieri è sceso ufficialmente in campo muovendo il suo primo passo nell’ambito della corsa al rettorato. Si è presentato in casa, nel “suo” dipartimento di Scienze biomediche, circondato da una ventina di sostenitori da tutte le aree del sapere. Fra i tanti, l’immunologa Antonella Viola. Giovane, appassionato e di successo, Rizzuto ha già incassato la simpatia e la stima dell’attuale rettore, Giuseppe Zaccaria. Nessun endorsement, però, assicura: «Mi ha manifestato stima e gliene sono grato, ma ho ricevuto incoraggiamento e appoggio anche da molti colleghi che hanno orientamenti molto distanti da quelli del rettore», spiega.
Si preannuncia un testa a testa con Paolo Tenti, di Ingegneria, «un collega stimabile e preparato» commenta Rizzuto «dal nostro confronto può nascere solo buona dialettica». Il programma elettorale del medico padovano, campione della ricerca a livello internazionale, poggia su un decalogo d’idee. Alla base ci sono la centralità della ricerca e della didattica, il reclutamento di risorse giovani e nuove, la scalata al ranking internazionale e una riorganizzazione e semplificazione dell’amministrazione interna. Il tutto da attuare grazie a una squadra di prorettori rinnovata e snella, fatta di persone giovani e preparate. «L’unico nome certo» sostiene Rizzuto «è quello del professor Giancarlo Dalla Fontana, designato prorettore vicario». Dalla Fontana, ordinario ad Agraria, dove è già stato direttore della facoltà, oltre che direttore del dipartimento Territorio e Sistemi agro-forestali.
Un punto d’orgoglio del programma di Rizzuto sarà l’attrattività del Bo: «I dati descrivono una situazione che non rende onore all’eccellenza di questa università» spiega il docente «abbiamo pochi studenti da fuori regione e pochissimi dall’estero. La nostra posizione, in graduatoria mondiale, è intorno al duecentesimo posto. La fuga di cervelli, di per sé, non sarebbe un problema, se portasse all’internazionalizzazione del sapere. Il problema è che noi mandiamo alle università straniere le nostre menti più brillanti e ne attraiamo pochissime. Per vincere la sfida internazionale ci vuole prestigio, e su questo bisogna lavorare. All’interno della panoramica nazionale, però, l’università di Padova è già una delle migliori». Per migliorare l’offerta bisogna lavorare sui servizi «e per fare questo», aggiunge Rizzuto, «è necessario collaborare con l’amministrazione, per rendere questa città più attrattiva e a misura di studente».
Nessun accesso sulla dibattuta questione dell’ospedale: «Non sono un urbanista», commenta il medico, «ma posso dire che l’eccellenza della scuola medica patavina merita una struttura migliore di quella in cui è costretta a lavorare, pur conseguendo ottimi risultati».
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