Elezioni amministrative primavera 2019, al voto 56 Comuni in provincia di Padova

Dovrebbero svolgersi (la data non è ancora ufficiale) il 26 maggio, in abbinamento con le Europee. Quattro quelli con più di 15 mila abitanti
05/05/2016 Roma, votazione Amministrative 2016 per eleggere il sindaco di Roma
05/05/2016 Roma, votazione Amministrative 2016 per eleggere il sindaco di Roma

PADOVA. Sono 56 i Comuni padovani (ovvero il 17,2% del totale delle amministrazioni venete coinvolte, che è pari a 326) che a primavera sceglieranno il loro sindaco. Complessivamente, in base al censimento della popolazione del 2011, la prossima tornata elettorale coinvolgerà 349.288 residenti, vale a dire il 37,9% della popolazione dell’intera provincia.

Nella mappa che segue, cliccando su ogni fermaposto compariranno il sindaco uscente e la coalizione. Ogni colore indica la coalizione uscente: blu per il centrodestra, verde per la Lega, rosso per il centrosinistra, grigio per i civici. 

I COMUNI PIÙ GRANDI Sono quattro le amministrazioni con più di 15 mila abitanti, nelle quali pertanto è possibile l’effettuazione di un secondo turno di ballottaggio: si tratta di Cadoneghe (15.964 residenti nel 2011), Monselice (17.451), Rubano (15.669) e Selvazzano Dentro, che è la realtà più significativa in forza dei 22.145 abitanti registrati sette anni fa. 

734 POLTRONE IN PALIO Nelle 56 amministrazioni che vanno al voto (più della metà, visto che dopo il varo di Borgo Veneto i Comuni padovani ammontano a 102), saranno inoltre a disposizione 678 scranni da consigliere. I parlamentini più folti, con 16 amministratori più il primo cittadino, verranno eletti a Cadoneghe, Camposampiero, Monselice, Ponte San Nicolò, Rubano, San Martino di Lupari, Selvazzano Dentro e Trebaseleghe. Le tipologie dei consigli comunali prevedono inoltre assemblee con dieci consiglieri, in ragione di una popolazione fino a tremila abitanti (come Arquà Petrarca, Arre, Barbona, Campodoro, Cinto Euganeo, Masi, Ponso, Sant’Elena, Terrassa Padovana, Urbana, Vighizzolo d’Este e Urbana), e con dodici rappresentanti, se i residenti vanno da tremila a diecimila (tutti gli altri Comuni).

QUANDO SI VOTA Tutto fa pensare, soprattutto per contenere i costi, che le elezioni amministrative verranno accorpate, come già accadde nel 2014, alle elezioni Europee. Che dovrebbero svolgersi - ma la data non è ancora stata ufficializzata - domenica 26 maggio 2019. Con l’eventuale turno di ballottaggio da convocare per domenica 9 giugno.

CHI RESTA E CHI VA L’ordinamento degli enti locali prevede che un sindaco possa svolgere al massimo due mandati consecutivi. Il comma 138 dell’articolo 1 della legge Delrio (la 56 del 2014) ha permesso ai primi cittadini dei Comuni sotto i tremila abitanti di presentarsi per un terzo mandato. Questo provvedimento ha consentito, ad esempio, al sindaco di Campodoro, Massimo Ramina di candidarsi, cinque anni fa, per la terza volta. Impiegato dell’Usl, Ramina era stato eletto sindaco la prima volta nel 2004, succedendo ad Aldo Toffan, il quale pure aveva indossato per tre legislature la fascia tricolore. Si accinge a concludere il suo terzo mandato anche Sandro Parolo, sindaco di Ponso, che pure è in sella, consecutivamente, da quattordici anni. Sono numerosi, pertanto, a meno che nel frattempo non venga approvata una normativa per l’estensione del terzo mandato, i primi cittadini destinati a uscire di scena per aver concluso il secondo “giro”.

AL CAPOLINEA Tra i politici più noti che a primavera dovranno cedere il posto troviamo il sindaco di Selvazzano Dentro (ed ex presidente della Provincia) Enoch Soranzo; il primo cittadino di Villafranca Padovana, Luciano Salvò; il timoniere di Trebaseleghe, Lorenzo Zanon. E ancora sembrano destinati a uscire di scena i sindaci di San Martino di Lupari, Gerry Boratto; di San Giorgio in Bosco, Renato “Bobo” Miatello; di Ponte San Nicolò, Enrico Rinuncini. Se la normativa non cambierà dovranno farsi da parte, tra gli altri, il primo cittadino di Monselice, Francesco Lunghi; il suo collega di Galliera Veneta, Stefano Bonaldo; il sindaco di Limena, Giuseppe Costa.

GLI SCHIERAMENTI Mancano ancora parecchi mesi al voto. Ma se i sondaggi politico-elettorali continueranno a strizzare l’occhio al Carroccio, è probabile che la Lega sarà tentata di correre da sola in molte realtà locali, con l’obiettivo di fare il pieno di fasce tricolori. In campo, per sbarrare la strada ai leghisti, ci saranno anche i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle che però nel governo nazionale sono alleati del partito di Matteo Salvini. Va ricordato che, in provincia di Padova, i pentastellati non hanno mai avuto la soddisfazione di vedere un loro rappresentante insediarsi al vertice di un’amministrazione comunale. Non mancherà all’appello nemmeno un’area dei moderati, alla quale dovrebbero fare riferimento gli esponenti di Forza Italia (anche il coordinatore provinciale degli azzurri, Luca Callegaro, sindaco di Arquà Petrarca, è tra i primi cittadini destinati a passare il testimone), i rappresentanti d ell’Udc di Antonio De Poli e gli ex del Nuovo Centrodestra, che fanno capo a Marino Zorzato. Sul versante del centrosinistra il Partito democratico sarà chiamato a un ampio rinnovamento dei suoi candidati. A sinistra saranno probabilmente le alleanze in vista delle Europee a dettare la costruzione degli schieramenti.

I CIVICI E facile prevedere che in numerose realtà comunali i simboli di partito verranno accuratamente messi nel cassetto per dar vita a liste civiche, create con l’obiettivo di contrapporsi alla prevedibile, ulteriore, avanzata della Lega. Mai come questa volta gli elettori cercheranno di orientarsi partendo dal programma e dalle competenze del candidati sindaci che troveranno sulla scheda.

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