La Regione non rimborsa tutte le spese per il voto: sindaci sul piede di guerra
A Padova previsto un impegno di 650 mila euro a fronte di un’entrata di 444 mila. Il parametro usato per la stima è quello di 5 anni fa, ma i costi sono aumentati. Ogni amministrazione dovrà supplire con fondi propri e questo toglie risorse ai servizi per i cittadini

Elezioni, quanto mi costano. O meglio, quanto costano alle tasche dei cittadini. Perché diversi Comuni non nascondono l’irritazione per la scelta della Regione di rimborsare le spese per l’organizzazione dell’appuntamento elettorale del prossimo 23 e 24 novembre solo con il 99% delle spese calcolate sul 2020.
Negli ultimi cinque anni però – e tutti lo sanno molto bene guardando al proprio portafoglio – i costi sono aumentati in ogni settore. Dunque tutto l’apparato elettorale oggi costa molto di più rispetto a cinque anni fa. Solo il Comune di Padova, il più grosso ovviamente, avrà un aggravio di spese di 200 mila euro che dovrà coprire con i fondi del proprio bilancio. E così tutti gli altri cento Comuni della provincia euganea.
Il rimborso delle spese
A inizio ottobre la struttura regionale che si occupa di «procedimenti elettorali» ha siglato un decreto che si occupa del «rimborso spese per le elezioni amministrative sostenute dagli enti locali», stanziando le risorse di bilancio per rimborsare tutti i Comuni del Veneto per i costi sostenuti per le prossime elezioni regionali.
La spesa è stata quantificata esattamente nel 99,001% di quanto impegnato per le regionali di cinque anni fa, cioè nel 2020.
Per il Comune di Padova la cifra stanziata è di 444.635 euro. È chiaro però che i costi oggi sono molto più alti e per capirlo basta guardare al totale speso in città per le ultime elezioni, vale a dire i referendum su lavoro e cittadinanza dello scorso giugno. Quest’ultimo voto – peraltro vano perché non si è raggiunto il quorum per rendere validi i cinque quesiti referendari – è costato 635 mila euro. Per di più spese che lo Stato ha rimborsato solo parzialmente con 506 mila euro.
Per le elezioni regionali, che sono più complicate, la spesa stimata è di almeno 200 mila euro in più rispetto ai 444 mila decisi dalla Regione. Fondi che l’amministrazione di Padova dovrà prelevare dal proprio bilancio, sottraendoli ad altri servizi per i cittadini.
Il caso in tutti i Comuni
L’esempio di Palazzo Moroni è ovviamente il più eclatante, ma a cascata questa situazione si ripete per tutti i Comuni, visto che lo stanziamento sarà comunque inferiore ai costi sostenuti.
Forse non è facile farsi un’idea dell’enorme macchina che si mette in moto per ogni appuntamento elettorale. Si va dall’allestimento dei seggi all’interno delle scuole o dei centri civici, con le spese per le bollette, così come il trasporto e montaggio di cabine, urne, tavoli e sedie. Poi c’è il personale con i compensi per presidenti di seggio e scrutatori, oltre che gli straordinari per i dipendenti comunali che si occupano di anagrafe e logistica.
I Comuni – assistiti dalla Prefettura – si occupano anche di tutto il materiale elettorale: schede, registri, timbri, plichi, contenitori e tutta la cancelleria. C’è poi la parte di informazione ai cittadini: manifesti elettorali, avvisi di convocazione, tabelloni per la propaganda.
E poi la logistica del trasporto delle schede assieme alla vigilanza sulle sedi elettorali. C’è anche tutta la parte dei software e dell’attrezzatura tecnica per la gestione del voto e soprattutto dello scrutinio e la raccolta dei risultati.
I seggi elettorali
Proprio riguardo ai seggi elettorali il Comune di Padova sta da diversi anni tentando una strada di riduzione e accorpamento, sia per risparmiare sui costi che per evitare a più studenti possibile di perdere giornate di scuola.
Per le prossime elezioni regionali ci sarà la possibilità di utilizzare le due scuole primarie oggi vuote: la Ricci Curbastro alla Guizza e la Fogazzaro in zona Chiesanuova. L’assessora ai servizi demografici Francesca Benciolini vuole trasformarli in seggi definitivi, anche quando po i quegli spazi saranno trasformati in scuole superiori. Tutti gli interessati al cambiamento di seggio riceveranno una comunicazione da parte del Comune che indicherà il luogo in cui andare a votare.—
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