Emergenza rifiuti a Roma, contattato l'inceneritore di San Lazzaro

Mille tonnellate di rifiuti di Roma dal 10 aprile ogni giorno dovranno essere portate fuori dal Lazio. Contatti con A2A e con Hera, per gli inceneritori emiliani e di Padova

PADOVA. Mille tonnellate di rifiuti di Roma ogni giorno cercano casa. O meglio cercano un termovalorizzatore in cui essere bruciati. Una «patata bollente» che tocca anche Padova, visto che l’Ama, l’azienda che gestisce i rifiuti nella Capitale, da mercoledì non potrà smaltire i rifiuti nella discarica di Malagrotta, come avveniva sinora contro ogni normativa europea. I camion prenderanno quindi la strada verso il Nord.

Da Roma a Padova? Per far fronte all’emergenza l’Ama ha contattato «A2A», l’azienda che gestisce i termovalorizzatori di Milano e Brescia, e anche Hera, che da gennaio controlla AcegasAps. E quindi anche un inceneritore con molta «disponibilità», come quello di San Lazzaro, indicato come una possibile destinazione.

Il rischio del «tal quale». La questione ruota tutto attorno al «tal quale». Sono chiamati così i rifiuti solidi urbani gettati dai cittadini nel cassonetto del secco e che non subiscono nessun trattamento. Per portarli fuori dal Lazio servirebbe un accordo tra regioni. Ma se fossero sottoposti a trattamento diventerebbero rifiuti speciali non pericolosi (tecnicamente con il codice CER 191212). In questo caso invece il mercato è libero e non servono autorizzazioni. Il problema è che il «tritovagliatore» di Rocca Cencia in Lazio non è pronto, a causa di un incidente del camion che ne trasportava il motore dalla Germania. Dunque, almeno fino al 20 aprile, bisogna gestire il famigerato «tal quale».

Il «nì» di Hera. Di fronte alle indiscrezioni che volevano il «tal quale» in procinto di partire verso il Nord Italia il gruppo Hera (parlando anche a nome di AcegasAps) ha però ribadito con una nota «l’indisponibilità a ritirare rifiuti urbani indifferenziati non trattati prodotti in bacini territoriali diversi da quelli nei quali sono presenti i propri impianti di trattamento». Tradotto: è impossibile farsi carico del «tal quale» ma nessun ostacolo a gestire l’eventuale rifiuto già trattato. D’altronde quando c’è stato da dare una mano a Napoli, Hera non si è tirata indietro.

Il no della Regione. Chi di rifiuti romani non ne vuol proprio sentir parlare è l’assessore regionale all’Ambiente, il leghista Maurizio Conte: «Per portare in Veneto rifiuti solidi urbani da altre regioni è necessario il via libera della Regione e da parte nostra ci sarà sempre un no. Neppure se interviene il governo» chiarisce «Questa storia delle emergenze non è più ammissibile: prima era Napoli, adesso Roma. Non è più questione di solidarietà ma di carenze amministrative e gestionali. Ogni regione deve essere autonoma e trattenere i propri rifiuti. Il Veneto non è disposto ad accogliere quelli di Roma».

Interviene il governo? Per risolvere l’emergenza rifiuti non è escluso un intervento del governo. «Portare i rifiuti fuori dal Lazio è una soluzione provvisoria, al massimo per un mese - ha detto il ministro Clini - Non è una furbata ma una cosa prevista dalla legge».

L'assessore Conte: "Pronti a una supertassa". «Il mio no a qualsiasi ipotesi di arrivo a Padova dei rifiuti di Roma è netto. In ogni caso, se si dovesse rendere necessario, proporrò una supertassa per questo tipo di conferimenti». L’assessore regionale all’ambiente del Veneto, Maurizio Conte, sintetizza così la posizione del Veneto in merito alle voci di possibili arrivi di rifiuti da Roma. «L’autosufficienza nella gestione non dev’essere una chimera a cui ispirarsi soltanto - aggiunge Conte - ma un obiettivo primario in funzione del quale le amministrazioni regionali debbono realizzare risultati concreti e una corretta cultura dell’intero ciclo di trattamento. La richiesta di conferimento che pare sia stata inoltrata all’impianto di incenerimento padovano da Roma riapre invece la discussione». «Ma il Veneto - sottolinea - non può più pagare per le mancanze di altri. In aggiunta, con la nuova tassa, la Tares, i veneti pagheranno di più per un servizio che nella nostra regione è già coperto in modo virtuoso e per di più si vorrebbe far trattare i rifiuti di altri nel nostro territorio. Oltre al danno anche la beffa».

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