Ennio Morricone, l’infinita voglia di sperimentare

La passione per gli scacchi, il disordine nello studio, le passeggiate mattutine E poi il rapporto con i grandi registi, il legame speciale con “le Tre Venezie”
Di Matteo Marcon
20090902 - VENEZIA - SPE : VENEZIA: INAUGURAZIONE, CON BAARIA E' RECORD DI STAR. TENSIONI CON NO GLOBAL MA NESSUNA CONTESTAZIONE CINEMA SU FUS. Il maestro Ennio Morricone con la moglie sul Red Carpet del Palazzo del Cinema prima della proiezione del film "Baaria", regia di Giuseppe Tornatore, presentato in concorso, oggi 2 settembre 2009, nella serata inaugurale della 66/ma edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, che si svolgera' al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre 2009. ANSA / CLAUDIO ONORATI / ON-PAL
20090902 - VENEZIA - SPE : VENEZIA: INAUGURAZIONE, CON BAARIA E' RECORD DI STAR. TENSIONI CON NO GLOBAL MA NESSUNA CONTESTAZIONE CINEMA SU FUS. Il maestro Ennio Morricone con la moglie sul Red Carpet del Palazzo del Cinema prima della proiezione del film "Baaria", regia di Giuseppe Tornatore, presentato in concorso, oggi 2 settembre 2009, nella serata inaugurale della 66/ma edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, che si svolgera' al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre 2009. ANSA / CLAUDIO ONORATI / ON-PAL

PADOVA. Con un po’ di inchiostro sul pentagramma, Ennio Morricone è entrato nella storia e nel nostro cuore. Sabato sera, al Palafabris di Padova, basterà un timido accenno alle due note della colonna sonora del film di Sergio Leone “Il buono, il brutto e il cattivo” per sentirsi addosso la polvere e il calore del selvaggio west. Quell’intervallo di quarta, simile all'ululato del coyote, non è che una goccia nel mare di musica che Morricone ha regalato al cinema.

Il maestro ha offerto i suoi paesaggi musicali a un’interminabile gamma di generi: dai polizieschi alle commedie erotiche passando per il grande cinema d’autore e le serie tv. Con le sue composizioni ha fatto sognare, divertire, emozionare generazioni su generazioni in tutto il mondo. Eppure quando racconta la sua vita sembra tutto semplicissimo. Il suo distacco apparente convince ancora di più di avere a che fare con un vero genio.

In oltre mezzo secolo ha scritto più di 500 colonne sonore, come spiega questa longevità artistica?

«Continuo a lavorare ancora oggi perché sono richiesto. Il segreto è aspettare e farsi trovare pronti. È importante aver studiato la musica in maniera seria, e fare molta pratica. Io sono partito dal basso, prima gli arrangiamenti per i dischi, la radio, i musical, e poi è arrivato il cinema».

Come ha fatto a non perdere mai l'ispirazione?

«La semplicità apparente di quello che scrivo nasconde una certa complessità nell’impalcatura tecnica e strumentale. Questa parte nascosta mi spinge sempre a sperimentare e cercare qualcosa di diverso».

Nastri d’argento, David di Donatello, British academy, Golden Globe, un Grammy e l'Oscar alla carriera del 2007: dove tiene tutti i premi che ha vinto?

«Nascosti nel mio studio. In realtà sono ben visibili in un armadio a vista, ma la stanza è sempre molto disordinata e non faccio mai entrare nessuno».

Pasolini, Leone, Bertolucci, Tornatore e molti altri. Cosa hanno in comune i grandi registi con cui ha lavorato?

«È molto difficile trovare un tratto comune. Tra quelli citati, ad esempio, Pasolini e Leone erano diversissimi. Il primo, me lo ricordo sul set di “Uccellacci e Uccellini”, metteva la macchina in una posizione statica e poi tagliava l'inquadratura. Leone era tutto il contrario, anche Tornatore. Loro potevano passare giorni a studiare i movimenti di un carrello. Poi con Sergio Leone c’era un’amicizia forte, che continua oggi tra le nostre famiglie. Pasolini invece lo sentivo più distante, c’era grande rispetto e riservatezza, non sarei mai andato a raccontargli una barzelletta».

E i registi americani?

«Quelli più bravi hanno la stessa pignoleria e l’attenzione dei grandi maestri italiani».

Come si uniscono musica e cinema?

«Il vantaggio è che hanno una grande flessibilità reciproca. La musica aiuta il film, perché ha il potere di chiarire quello che non si dice e quello che non si vede, come elemento terzo. Il matrimonio tra musica e cinema da sempre buoni risultati».

Qual è il suo film preferito?

«Non rispondo mai a questa domanda, dovrei rispondere che sono quelli che non hanno fatto successo pur essendo bellissimi e le cui musiche erano altrettanto belle».

Ogni tanto guarda la tv?

«Sì la guardo, non i film però: i telegiornali, qualche partita di calcio e qualche dibattito, basta che non si urlino addosso».

Prima di addormentarsi cosa fa?

«Parlo un po’ con mia moglie».

Se non fosse stato un compositore, cosa avrebbe fatto nella vita?

«Non rinuncerei mai alla musica, mi piacerebbe essere un grande campione di scacchi, di quelli che lottano per il titolo mondiale. Ora è tanto che non mi alleno più».

È vero che ogni mattina lei fa una camminata all'interno della sua casa?

«Oggi mi sono alzato alle 4, ho fatto 35 minuti di ginnastica, 35 di passeggiata veloce all’interno della casa, poi ho riposato. Alle 7 di solito esco a prendere i giornali».

A cosa pensa mentre cammina?

«Penso a tante cose a quello che dovrò fare più tardi, tengo il diario delle cose che devo fare, a volte mi fermo per scriverle».

Il suo tour in Italia è partito da Udine e si conclude a Padova. Ha un legame particolare con il Nordest?

«Amo molto le Tre Venezie, così come si diceva quando andavo scuola, e chi le popola. A militare è nata una profonda amicizia con Luigi Righetti, nativo di Chirignagno, nel veneziano. Ho conosciuto in lui una persona deliziosa. Penso che in generale la gente del Nordest e dell'Emilia Romagna sia tra le più civili e affettuose in Italia. Sabato, se ci sarà tempo, andremo con mia moglie a visitare la Basilica del Santo».

Cosa ha provato la prima volta che ha diretto l'orchestra dieci anni fa all'arena di Verona?

«È stata un’emozione fortissima, tutti questi ascoltatori e il loro entusiasmo mi hanno fatto sentire un’enorme responsabilità e la preoccupazione di cercare di fare bene».

Cosa sarebbe il cinema senza le sue colonne sonore?

«Andrebbe bene uguale».

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