Equipe studia San Leopoldo: corpo in buone condizioni

PADOVA. Una ricognizione sul corpo del santo Leopoldo Mandic. È stata fatta martedì mattina in forma riservata, tra le 9 e le 13, nella cappella del convento dei Frati Minori Cappuccini, in piazzale Santa Croce dove è sepolto il santo nato a Castelnuovo di Cattaro (oggi Herceg Novi, Montenegro) nel 1866 e morto a Padova nel 1942, a 76 anni. A occuparsene un’équipe di medici universitari e di specialisti del settore, sotto la direzione del rettore padre Flaviano Giovanni Gusella.
Il corpo risulta in buone condizioni. La precedente ricognizione risale a 40 anni fa. Le visite alla cappella, progettata dall'architetto Guido Visentin, alla tomba ed alla reliquia della mano destra, sono state pertanto sospese fino alle 15. Nel frattempo padre Roberto, il più popolare cappuccino del convento (che è anche il padre spirituale del Cittadella Calcio), è rimasto davanti all’ingresso della chiesa a spiegare ai fedeli di San Leopoldo i motivi della chiusura della cappella.
La ricognizione delle spoglie del santo si è resa necessaria perché nei primi giorni del prossimo febbraio, in occasione del nuovo Giubileo proclamato da Papa Francesco, la salma di Leopoldo Mandic sarà trasportata a Roma dove, dal 5 al 10, sarà esposta in Vaticano, a fianco di quella di Padre Pio da Pietrelcina, dopo essere stata ospitata, per pochissimi giorni, prima nella chiesa di San Lorenzo in Verano e, subito dopo, a San Salvatore in Lauro.
San Lepoldo, al secolo Bogdan Ivan Mandic, penultimo di 16 fratelli, è nato nel 1866, quando il Montenegro faceva parte dell'impero austriaco e nello stesso anno in cui il Veneto, in seguito agli esiti della Terza Guerra d’Indipendenza, fu annesso al Regno d'Italia. Arrivò in città nel 1909, ma a causa del suo fanatismo politico nei confronti dell'Austria, nel 1917 fu costretto a lasciare il convento di Padova e vi fece ritorno solo nel 1919 dopo aver vissuto alcuni anni in vari conventi dei Cappuccini del centro-sud, tra cui in quelli di Nola (Napoli) e di Arienzo (Caserta). Per decenni, prima di morire nel 1942, è stato il confessore più seguito ed amato a cavallo delle due guerre.
È stato ordinato Santo nel 1983 da Papa Paolo Giovanni II.
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