Eredità Conte, nei conti esteri sei milioni al commercialista

PADOVA. Aprile 2009: 6 milioni di euro, parte integrante dell’eredità del pellicciaio padovano Mario Conte, risultano trasferiti da un conto corrente acceso dall’ex autista-maggiordomo Luciano Cadore (nella filiale di Nassau-Bahamas di Bsi-Banca Svizzera Italiana) in un conto svizzero riconducibile al commercialista Alessandro Castellini, con studio in piazza Garibaldi. Commercialista che, a sua volta, avrebbe riversato parte di quel danaro nei conti correnti di due società di diritto panamense: 2,5 milioni in quello di Machine Tools Research (riferibile a Castellini e al cognato) e 1,6 milioni di euro in quello di United Tools (riferibile al cognato).
È quanto emerso nel processo che vede imputato il commercialista per riciclaggio e ricettazione. Processo nato da una costola di un altro procedimento penale finito con la condanna a 4 anni di Cadore (confermata in appello) per appropriazione indebita e per la falsificazione del testamento che lo incoronava erede universale del patrimonio da 90 milioni di euro di Mario Conte, l’ex datore di lavoro morto nel 2008. Roba da far invidia alle telenovelas più intricate.
Ieri il tribunale di Padova, chiamato a giudicare Castellini, ha ordinato una nuova rogatoria per chiedere all’autorità giudiziaria svizzera l’acquisizione di una serie di documenti originali. Obiettivo: accertare il passaggio di quel fiume di danaro dal paradiso fiscale delle Bahamas ai conti svizzeri collegati a Castellini. In particolare, i giudici italiani chiedono di visionare le carte da cui risultano i movimenti di soldi dei conti correnti (accesi nella filiale svizzera di Bsi con sede a Lugano) intestati a Machine Tools Research e a United Tools.
Ma c’è anche altra documentazione attesa a Padova, quella alla base della decisione di un giudice svizzero (il giudice dell’istruzione e dell’arresto del Canton Ticino, Ursula Züblin) che, il 18 febbraio 2010, aveva rigettato il reclamo contro il rifiuto di dissequestro dei conti correnti delle due società (in pratica aveva confermato il congelamento dei conti). Secondo la pronuncia del giudice sarebbero stati trasferiti sei milioni di euro dal conto di Luciano Cadore, acceso nelle Bahamas, al conto svizzero di Castellini. Che, a sua volta, avrebbe trasferito 2,5 milioni a Machine Tools e 1,6 milioni di euro a United Tools. La magistratura svizzera aveva aperto un’indagine su quel giro di danaro in seguito alla segnalazione trasmessa all’autorità antiriciclaggio da tre società di intermediazione immobiliare: Ppa Professional Partners, Financial Strategy e F.A.C.. Società che gestiscono i soldi dei clienti per farli fruttare ma che hanno pure l’obbligo di segnalare operazioni sospette. Con riferimento a quel flusso di sei milioni provenienti dal paradiso fiscale del centroamerica, Castellini – sempre secondo il giudice Züblin – si sarebbe giustificato di fronte alle autorità elvetiche dichiarando che si trattava della quota parte di un’eredità. Eredità che Cadore gli aveva donato per riconoscenza verso il defunto Mario Conte, titolare del patrimonio, e per l’assistenza prestata a quest’ultimo.
Dal processo sul lascito Conte è stato accertato che, dopo aver falsificato il testamento e incassato l’eredità, Cadore ha trasferito da Banca Antonveneta di Padova alla filiale Bsi Overseas Bahamas di Nassau ben 12 milioni di euro il 19 febbraio 2009, altri 3 milioni il 9 giugno 2009. Sei milioni di quel danaro sarebbero finiti nelle tasche di Castellini: ecco il sospetto che il tribunale vuol verificare.
Il processo a carico del commercialista è slittato al 26 ottobre: un rinvio lungo nella speranza che i documenti arrivino dalla Svizzera. In aula sono costituiti parte civile l'avvocato Maria Francesca Giacomelli per gli eredi di Renzo Fontani (parente del defunto Conte) e il penalista Giuseppe Pavan per l’Oic (Opera Immacolata Concezione).
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