Esposto contro la Giotto “vince” l’ex detenuto
padova. «A conclusione degli accertamenti svolti è emerso il non corretto inquadramento del rapporto di lavoro intercorso tra la cooperativa sociale Giotto e il lavoratore “a domicilio”; per cui il predetto rapporto di lavoro è stato più correttamente inquadrato quale lavoro dipendente reso presso i locali aziendali». È un documento dell’Ispettorato del lavoro di Padova a Lucio Cerciello, ex detenuto del Due Palazzi che, nel 2017, dal carcere ha fatto partire un esposto. Cerciello riteneva infatti che la coop approfittasse dello status dei detenuti per farli lavorare a condizioni non regolari. Cerciello dopo un corso all’interno del call center del carcere, era stato assunto per altri 6 mesi dalla cooperativa Giotto, sempre nel call center. «Ogni telefonata valeva 70 cent», racconta Cerciello. «Il detenuto per i primi 6 mesi prendeva il 65% dei 70 cent, dopo 6 mesi l’80% per un anno e dopo un anno il 100%. Io ho lavorato per i primi 6 mesi al 65%, dopo di che mi hanno proposto di rimanere per la stessa cifra. Ho detto che non lo trovavo giusto e tra me e un operatore è nato un battibecco. La cosa mi è costata la perdita di 45 giorni di scarcerazione anticipata. A me che ero un detenuto modello». L’ex detenuto per i 45 giorni di scarcerazione anticipata persi e per il trattamento subito insieme al suo avvocato ha chiesto 20 mila euro di risarcimento. La coop Giotto replica: «Sono vertenze che riceviamo in continuazione e che non abbiamo mai perso. Attendiamo anche per questa la fine dell’iter ma siamo sereni». —
Alice Ferretti
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