Esposto in Procura per l'alluvione
L'ha presentato un residente a Saletto che ha avuto la casa devastata

IL CEDIMENTO DELL’ARGINE. L’origine dell’alluvione di Saletto
SALETTO.
Parte la prima denuncia dopo la disastrosa alluvione dovuta alla rottura del Frassine, in località Prà di Botte, lo scorso 1 novembre. A prendere l'iniziativa è stato un residente a Saletto, in località Cavaizza, appoggiato dallo studio legale Atheste di Este, con l'avvocato Paola Zambon e il dottor Lodovico Granella. Il 30 dicembre è partito l'esposto alla Procura della Repubblica di Padova. Con un obiettivo: che sia fatta chiarezza su quel che è veramente accaduto e, se ci sono, si individuino le responsabilità del caso.
La storia.
«Il 1º novembre alle 13.30, mio fratello è venuto a chiamarci perché scappassimo: l'acqua stava già arrivando, si vedeva a una ventina di metri - racconta il firmatario - Casa mia è andata sotto di un metro e 20. Praticamente faceva da spartiacque, tra l'acqua che andava verso i Dossi e quella che si dirigeva verso la piazza. In casa avevo un fiume. Quando sono rientrato, ho visto i freezer dell'azienda vicina che mi passavano davanti, nell'acqua».
I danni.
«Ho buttato via tutto quello che c'era al piano terra. Mobili, elettrodomestici, tutto. Si sono rovinati i muri, le fondamenta, le fognature. Da una stima minima, per noi un danno di 52.000 euro. Il danno vero però è incalcolabile, basta solo domandarsi cosa c'era in quell'acqua: i miei cani, dopo averla bevuta, sono stati male, avevano la bava verde alla bocca. Il veterinario mi ha detto che c'è una moria di animali, l'acqua ovviamente era piena di batteri».
L'esposto.
Immediatamente dopo il disastro è scattata d'ufficio un'indagine conoscitiva. Ora l'iniziativa di questo residente vorrebbe fare da apripista, perché anche altri chiedano di sapere cosa sia successo veramente, e se ci sono delle responsabilità. «Non si è trattato di un'alluvione, a Saletto: l'argine è letteralmente imploso e rovinato su se stesso, in un tratto rettilineo, e quando il fiume non aveva ancora esondato - sottolineano i legali - Se saranno accertate responsabilità, chi ha sbagliato risarcisca i danni». Ci sarebbero già dei precedenti in cui, per la rottura di argini, i responsabili individuati sono stati costretti a risarcire le vittime. Va ricordato che la Procura ha già aperto d'ufficio un'indagine sull'alluvione, affidandola ai carabinieri. «La solidarietà è una grande cosa - chiude il residente - ma la gente non vuole soltanto i soldi: vogliamo conoscere la verità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video








