Ex Italsintex senza proprietari Giallo sui costi della bonifica

Scoperti fusti abbandonati di materiale di lavorazione nella fabbrica dei veleni A breve i carotaggi per scoprire l’eventuale presenza di inquinanti nel sottosuolo
Francesco Zuanon

CAMPOSAMPIERO

La fabbrica nella “terra di nessuno” continua ad essere un mistero. Dopo un primo lavoro di bonifica del verde che infestava tutta la struttura dell’ex Italsintex e la superficie all’aperto, su un totale di circa 7. 500 mq lungo la Sr 307, procedono i lavori preparatori per scoprire cosa sia stato interrato nel sottosuolo. Ma, ad oggi, non è definita nemmeno la proprietà, quindi il futuro dello scheletro industriale dove, fino agli anni ’80, si producevano materiali di sintesi per attività chimico-farmaceutiche, è tutto da decifrare. E i possibili nuovi investitori restano alla larga.

il giallo

«C’è ancora molto da definire, in primis chi dovrà bonificare e con quali fondi» spiega il sindaco Katia Maccarrone «In futuro si potrà pensare ad un’asta pubblica sul bene ma, al momento, stiamo lavorando per garantire la sicurezza delle persone ed ambientale».

L’indagine

Entro il 31 dicembre prossimo il geologo incaricato dal Comune dovrà produrre una relazione sullo stato del terreno sopra e sotto il suolo per non perdere il finanziamento regionale da 80.000 euro, ai quali il Comune ha aggiunto altri 19.000 euro. «Il tecnico che abbiamo incaricato ha fatto un primo esame dei luoghi individuando, in superficie, fusti abbandonati, materiale di lavorazione ed elementi della struttura. Ora stiamo redigendo il piano di sicurezza per consentire a tutte le persone che dovranno entrare, l’accesso senza rischi, poi inizieranno i carotaggi». Oggi la proprietà dell’area risulta ancora in capo alla società Italsintex spa, cancellata però dal Registro delle Imprese dal gennaio 2017 in seguito a fallimento. I due eredi dell’amministratore unico, C. G. deceduto nel 1983, hanno accettato l’eredità dell’area con beneficio d’inventario e non si ritengono proprietari né quindi obbligati a pagare alcun intervento di bonifica. La Regione ha già investito 440. 000 euro per una prima bonifica e messa in sicurezza del sito, lavoro concluso ancora nel 2010.

I veleni

Nella spettrale terra dell’ex Italsintex, il Comune ha un’autorizzazione all’occupazione del suolo fino a fine anno e si muove concautela. Resta il mistero su chi pagherà la bonifica e su cosa si nasconda sotto terra nell’area dove, secondo la relazione trasmessa dalla ditta depuratrice nel 2010 al Genio civile di Padova, i solventi clorurati sono ancora presenti in concentrazioni dieci volte superiori alle soglie previste dalla legge . —

Francesco Zuanon

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