Falsi incidenti: condanne per 7 anni e 4 mesi

La pubblica accusa aveva reclamato 22 condanne per un totale di 20 anni di carcere. Ma i giudici del tribunale di Padova hanno valutato diversamente fatti e atti. E così nel processo sui (presunti) falsi incidenti, sono fioccate quattro condanne e ben 18 assoluzioni. I reati contestati? Associazione a delinquere finalizzata alla frode assicurativa e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati. Inflitti un anno e 10 mesi ad Alfredo Gamba (solo a lui contestato il reato associativo per cui è stato assolto), 54 anni di Padova in via Ragazzi del Novecento, titolare di un’attività di carrozzeria e Soccorso stradale; Annalisa Moscardo, 62 di Cadoneghe in via Franco come il figlio Erik Casarin, 41; e Susanna Barbato, pure di Cadoneghe in via Franco. Questi ultimi dovranno versare a titolo di risarcimento danni e in solido 64.726 euro a Unipol Sai e 3.300 euro ad Allianz. Pena sosospesa, tranne che per Moscardo. Assolti gli altri imputati: Adriana Laghi, 56 di Camposampiero; Roberto Gesuato, 42 di Borgoricco; Corrado Vadalà, 62 di Mestrino; il medico Salvatore Bandiera, 66 di Camposampiero; Sara Agnoletto, 26 anni di Camposampiero; Matteo Bacco, 63 di Padova; Giovanna Barbara, 51 di Cadoneghe; Leonardo Barbara, 48 di Cadoneghe; Susanna Barbato, 53 di Cadoneghe; Vittorino Bordigato, 78 di Padova; Lino Cacco, 58 di Noventa; Lorenzo Cordi, 75 di Padova; Bruno Fanton, 82 di Padova; Andrea Favero, 42 di Padova; Turno Ferrarese, 54 di Giavera del Montello; Fabio Mattiuzzo, 36 di Fiumicino (Roma); Diego Mezzalira, 54 di Legnaro; Enrico Nicolini, 55 di Vigodarzere e Gastone Nobile, 74 di Padova. La denuncia era partita dalle compagnie assicuratrici: alcuni imputati risultavano protagonisti di più incidenti. Da qui i sospetti di un progetto per scucire risarcimenti. Ma la verifica processuale ha portato a un esito differente. «Non risulta provato il coinvolgimento sistematico... essenziale per ritenere integrato il reato associativo... Non sono emersi elementi probatori confermativi di un accordo preordinato...» scrivono i giudici nella motivazione della sentenza, «La ricorrenza del nominativo di Gamba (in più incidenti) lascia supporre una possibile autonoma ideazione... Quanto ai singoli sinistri... si trattava di sinistri effettivamente avvenuti, dato dimostrato dalla copiosa documentazione sanitaria». E l’anomala ricorrenza di alcuni nominativi? «Elemento insufficiente, in assenza di dati ulteriori, per ritenere provata la preordinazione di ciascun singolo incidente». (cri.gen.)
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