Fase 2, famiglia e lavoro: Padova, centinaia di sos per la task force di psicologi dell'Università

PADOVA. Molte richieste di aiuto sono arrivate da giovani adulti bloccati nelle loro attività lavorative, esistenziali, di autonomia e progettualità dal lockdown, altre da famiglie con problematiche relative ai bambini, alle preoccupazioni per la loro salute e per la gestione delle giornate. Sono queste alcune delle richieste di aiuto e sostegno che hanno raggiunto il progetto pilota delle Scuole di specializzazione universitarie di Area Psicologica dell’Università avviato lo scorso 23 marzo: nei primi due mesi sono state ricevuto 133 richieste di consultazione, tutte accolte, per un totale di più di 300 colloqui svolti online dai professionisti operanti nel punto di ascolto.
Una piccola task force al servizio dell’emergenza, secondo una prospettiva sanitaria, psicologica, di aiuto e attivazione di competenze. Non solo: rispetto alle pagine social, su Facebook sono stati raggiunti circa 2000 followers con una media giornaliera di circa 900 persone, in calo dopo il 23 maggio a seguito dell’apertura e del ritorno a ritmi di vita maggiormente tipici, così come gli accessi a Instagram. In generale, l’80% dei fruitori sono state donne, nel 40% sul territorio padovano e nella fascia di età 25-34 anni.
Le richieste sono calate ma stanno emergendo due aspetti da non sottovalutare: la progressiva complessità delle richieste, provenienti da persone che non stanno avendo sollievo dalla nuova fase di apertura e il cambiamento di centratura rispetto ai bisogni, per cui si stanno facendo strada l’angoscia per il lavoro e le condizioni economiche.
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