Favori ai clandestini, avvocato arrestato

In un anno intero la questura di Padova è riuscita a inviare ai centri di espulsione 150 clandestini, in un solo mese l’avvocato Sara Soliman è arrivata a chiedere la regolarizzazione di 157 stranieri. Trentasei anni, studio in via Avanzo, abilitazione alla professione presa in Spagna e tanta voglia di emergere. L’avvocato Soliman ha deciso di puntare sul filone degli stranieri da regolarizzare e su questo ha impostato il suo business. Dopo quattro anni d’indagine è finita in manette insieme alla sua segretaria quarantacinquenne Patrizia Grappiglia. Entrambe sono accusate di favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina: per loro sono stati disposti gli arresti domiciliari. Gli uomini della Squadra mobile di Marco Calì hanno scoperto tutti i pasticci ideati per far ottenere il permesso di soggiorno a tunisini, bengalesi, cinesi, nigeriani e moldavi. Lo studio è stato sequestrato, così come i cinque computer che c’erano all’interno. Nell’ambito dell’inchiesta sono state indagate altre 19 persone.
Sanatoria per colf e badanti
Sara Soliman, residente a Campodarsego, nel 2010 ha presentato all’Ufficio Immigrazione della questura ben 157 domande di regolarizzazione nell’ambito della sanatoria per colf e badanti. Era riuscita a crearsi una base di impresari e privati cittadini compiacenti, pronti a sottoscrivere la necessità di mettere sotto contratto gli stranieri. Un parente dell’avvocato figurava aver assunto ben sei badanti in casa. Di contro, c’era addirittura chi ignorava totalmente di essere il fruitore della prestazione d’opera di una colf. Questo ha prodotto situazioni paradossali come una donna dell’Est che doveva lavorare come badante a Padova e in realtà si trovava ai domiciliari a Varese per spaccio di droga. Con questo sistema e con una buona rete di procacciatori d’affari sul territorio, Sara Soliman era diventata la referente numero uno in città per molti stranieri desiderosi di ottenere un permesso di soggiorno. Il costo dell’operazione di aggirava intorno ai 2 mila euro a pratica. Ovviamente una percentuale spettava anche a chi prestava le proprie generalità per compilare i moduli in questura.
Tirocini formativi
L’altro filone redditizio per lo studio legale con sede in via Avanzo 45 era quello dei tirocini formativi che consentono alle imprese di richiedere la presenza di uno straniero da formare, assumere e regolarizzare. Anche in questo caso l’avvocato Soliman, aiutata dalla sua segretaria Patrizia Grappiglia di Camposampiero, riusciva a prendere accordi con improbabili impresari pronti a fare carte false pur di ottenere una percentuale. Un nigeriano “tirocinante” un giorno è stato fermato a Parma dalla polizia e subito si è attaccato al telefono per chiedere indicazioni a Sara Soliman, la quale l’ha rassicurato suggerendogli di dire che si trovava in licenza.
L’inchiesta
L’operazione, denominata “Legal Point”, è stata coordinata dal pm Sergio Dini presente ieri all’alba al momento della perquisizione nello studio di via Avanzo. Gli investigatori del vice questore aggiunto Marco Calì hanno eseguito nei confronti degli altri indagati una serie di perquisizioni in uffici e abitazioni, dove sono stati acquisiti documenti ora al vaglio degli inquirenti. Si stima che le pratiche “anomale” abbiano interessato circa 400 stranieri. Non è ancora chiaro quante siano quelle andate a buon fine. Il giro d’affari, secondo una prima ricostruzione, potrebbe ammontare a mezzo milione di euro.
@enricoferro1
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