Federcontribuenti: «Cessione della Fiera, danno da un milione all’anno»

Esposto in Procura di Federcontribuenti: non è possibile fare l’affitto del ramo d’azienda, necessario un bando europeo
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PADOVA. Un danno da 3 mila euro al giorno per le casse di Palazzo Moroni. L’assenza di una gara europea «in violazione della normativa sugli appalti». L’arrivo di una «dittarella padovana con bilancio non proprio floridissimo». Sono troppi gli elementi che secondo il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella, non quadrano nella vicenda Fiera.

Gl lascia, la Fiera torna in mani padovane

Sotto accusa finisce l’affitto di ramo d’azienda tra i francesi di Gl Events e i padovani (con sede legale a Cittadella e operativa a Piove di Sacco) di GiPlanet. Tanto da confezionare un dossier di 80 pagina e inviarlo in Procura al procuratore capo Matteo Stuccilli. Assieme a una segnalazione all’Autorità anti-corruzione di Raffaele Cantone.

Soldi persi. «Non si è mai vista una soluzione che fa perdere un milione di euro l’anno rispetto al problema che avrebbe dovuto risolvere – commenta Paccagnella – Da quello che apprendiamo la società subentrante pagherebbe al massimo 400mila euro l’anno per l’affitto del ramo d’azienda. Peccato che Gl Events fosse obbligata a pagarne un milione e 360mila, cifra che ha sempre versato. È la prima volta che vedo una amministrazione pubblica fare ponti d’oro all’uscita di scena di un privato che le pagava un affitto, e ne ribassa dell’80% il canone a quello che subentra».

La gara che non c’è. Ma è possibile affidare a GiPlanet la gestione di un bene pubblico (come i padiglioni di via Tommaseo) senza passare da una gara? Secondo il parere presentato dal legale di Gl Events, l’avvocato torinese Bruno Sarzotti, tutto può restare nell’«ambito privatistico». Secondo invece il collega padovano Giuseppe Farina, in un parere sollecitato dal Pd, il bando di gara è ineludibile. Federcontribuenti si schiera con quest’ultimo: «Abbiamo ipotizzato una possibile turbativa d’asta – spiega Paccagnella – Che consiste nel non fare affatto la gara pubblica prevista dalla legge».

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Il bilancio di GiPlanet. Il terzo dubbio sollevato dall’associazione dei contribuenti padovani riguarda la situazione dell’azienda di allestimenti che tenta la “scalata” a via Tommaseo. «Nel 2014 ha chiuso il bilancio in attivo di 17 mila euro, ma l’anno precedente era in perdita di 71 mila euro», sottolinea Paccagnella. L’azienda padovana ha un capitale sociale di 1.670.000 euro ed è per il 47% di una srl con lo stesso nome , per il 26% di Luca Griggio (presidente del cda) e per il 25% di Roberta Griggio. I dipendenti sono 30.

L’azienda, nel bilancio 2014, poteva vantare 9 milioni di crediti (soprattutto da clienti e imprese collegate, soprattutto Veronafiere Servizi spa) ma anche 17 milioni di debiti, di cui 7 verso le banche e 8,3 verso fornitori. È un’azienda poco patrimonializzata: circa 2 milioni di euro.

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