FEMMINICIDIO A CADONEGHE Lei voleva lasciarlo, il proiettile di lui per morire insieme

Morire insieme, nello stesso istante, con lo stesso proiettile. E' l'ipotesi degli investigatori sulla tragedia avvenuta a Cadoneghe con la morte di Gabriele Ghersina, 38 anni, agente del Reparto Mobile di Padova, e di Silvana Cassol, 49 anni, impiegata di Palazzo Moroni. Non è stato trovato infatti il secondo bossolo
FERRO SOPRALLUOGO SCIENTIFICA APPARTAMENTO OMICIDIO SUICIDIO CADONEGHE
FERRO SOPRALLUOGO SCIENTIFICA APPARTAMENTO OMICIDIO SUICIDIO CADONEGHE

CADONEGHE. Morire insieme, nello stesso istante, con lo stesso proiettile. Marito e moglie stesi a letto. Lui che appoggia la testa a quella di lei e preme il grilletto. Un unico colpo. L’assistente capo della polizia Gabriele Ghersina, 38 anni, potrebbe avere ucciso così la moglie Silvana Cassol, 49 anni, impiegata in municipio a Padova e madre di tre figli. Lo sospettano gli investigatori della Squadra mobile di Marco Calì dopo aver ispezionato da cima a fondo l’appartamento di via Mario 6 a Cadoneghe, dove la coppia viveva da circa quattro anni. Non è stato ritrovato infatti il secondo bossolo espulso dalla Glock 17 semiautomatica calibro 9 con la quale Gabriele ha sparato e ucciso. Oggi a mezzogiorno il pm Vartan Giacomelli affiderà l'incarico per l'autopsia al dottor Giovanni Cecchetto dell'Istituto di medicina legale di Padova e al medico legale Giovanni Puglisi della polizia Scientifica. L’esame potrà chiarire molti interrogativi, a partire dalla dinamica dell’omicidio-suicidio analizzando la compatibilità delle ferite.

Un unico sparo. Sul letto intriso di sangue l’agente in servizio come armaiolo al II Reparto mobile è stato trovato con testa perforata da tempia a tempia. La moglie invece aveva un unico foro d’entrata alla nuca. Gli uomini della Mobile hanno cercato tra le lenzuola, hanno controllato in tutti gli angoli della stanza ma il secondo bossolo non è stato trovato. Sono arrivati a sospettare persino che potesse essere stato ingoiato da Luik, il pitbull tigrato rimasto a vegliare sui due corpi fino all’arrivo dei soccorritori. In attesa dell’autopsia prende corpo dunque l’ipotesi che l'uomo, supino, abbia appoggiato la testa vicino a quella della moglie, coricata su un fianco, e poi abbia premuto il grilletto un’unica volta. Un colpo infallibile per lui, esperto e appassionato di armi, proprietario di quattro pistole e un fucile. L'esame esterno sui corpi ha collocato il delitto-suicidio intorno alle 5, la stessa ora in cui uno dei vicini ha riferito di aver udito un forte colpo. Per precauzione sarà eseguita la prova dello Stub su entrambi i corpi, in modo da ottenere una ulteriore conferma sulla dinamica. Intanto nell'abitazione il magistrato ha ordinato il sequestro di un computer portatile e di otto telefoni cellulari dei coniugi. Ovviamente saranno analizzate tutte le telefonate e i messaggi in entrata e in uscita.

Storia finita. Ciò che è emerso sentendo amici e colleghi, è che il rapporto tra Gabriele e Silvana era ormai finito, lacerato, irrecuperabile. Lei era decisa a lasciarlo, ne avevano parlato molte volte. Probabilmente nella vita di lei era subentrata anche un’altra persona. Un rapporto piuttosto tormentato quello della coppia, iniziato circa dieci anni fa ma interrotto già varie volte. Fino alla svolta del 2011, quando entrambi hanno deciso di sposarsi in municipio a Padova. «Ho rovinato tutto io», avrebbe confessato il trentottenne ad un collega qualche giorno prima della tragedia. Così è arrivato il primo fine settimana trascorso lontano, dopo tanto tempo.

Interrogati i genitori del poliziotto. Ieri pomeriggio i genitori e il fratello minore di Gabriele Ghersina sono stati interrogati dagli uomini della squadra mobile. Davanti agli agenti hanno confermato di aver visto il figlio nel fine settimana e di aver notato un certo nervosismo. Sapevano che non stava attraversando un bel periodo con la moglie ma a loro durante quell’ultimo incontro non aveva confidato nulla. Il fratello invece conosceva alcuni dettagli della crisi coniugale. Nessuno però pensava ad un simile epilogo.

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