Finte sponsorizzazioni per “pulire” i soldi

PONSO. I soldi “guadagnati” con lavoro nero e prostituzione passavano attraverso le mani di Adelino Cera ed Emanuela Rosa e arrivavano “puliti” in Cina. Questo, almeno, viene contestato alla coppia...

PONSO. I soldi “guadagnati” con lavoro nero e prostituzione passavano attraverso le mani di Adelino Cera ed Emanuela Rosa e arrivavano “puliti” in Cina. Questo, almeno, viene contestato alla coppia di Ponso - lui è un vicentino di 44 anni e la moglie ha 35 anni ed è originaria di Cagliari - che a inizio settimana è finita in manette nell’ambito dell’operazione “Jolly” della Direzione distrettuale antimafia di Roma.

Il provvedimento del giudice romano Gaspare Sturzo, che ha autorizzato l’arresto dei due, parla chiaro: l’accusa è di riciclaggio transnazionale. Tra il 2013 e il 2014 Cera e Rosa avrebbero riciclato il denaro raccolto da una banda cinese attiva a Milano grazie ai proventi di lavoro nero, evasione fiscale e prostituzione.

I malviventi orientali avevano necessità di far arrivare quei soldi in Cina e la coppia di Ponso era il veicolo privilegiato, anche grazie a società svizzere e slovene su cui far transitare le somme. Cera, in particolare, aveva individuato alcune imprese italiane a cui consegnare i contanti e a cui fatturare spese da poter inserire nella dichiarazione dei redditi, così da abbassare l’imponibile e pagare meno tasse. Il vicentino si faceva quindi pagare quelle opere mai compiute ricevendo soldi “puliti” da girare alla cricca orientale.

I rapporti con i malviventi cinesi avevano subìto uno stop dopo l’avvio di un’indagine delle fiamme gialle lombarde. Cera e Rosa, allora, hanno ripreso l’attività illecita con un altro gruppo criminale romano, i cui vertici sono finiti in manette con la coppia nei giorni scorsi. Per farlo, hanno creato nel 2014 la Miralux Company Ltd, società con sede a Londra.

Il sistema di pulizia dei soldi passava attraverso un fitto percorso di fatturazioni che faceva capo a Stefano Bruno Taccini, 53 anni, di Roma. I soldi “puliti” consegnati a Cera venivano trasformati spesso in bonifici, grazie anche a contratti di finte sponsorizzazioni sportive, in particolare per le gare in moto.

La stessa Rosa era direttrice sportiva di una scuderia veronese. Cera e Rosa non erano molto conosciuti a Ponso, dove in realtà risiedevano da poco e peraltro vivevano molto poco. Cera per anni ha vissuto a Pojana Maggiore e poi in Svizzera. Anche la Rosa, cagliaritana di nascita, ha abitato perlopiù nel Basso vicentino.



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