Fondazione Cariparo, terzo settore in pista: «Troppo potere al Bo»

Le candidature di Rizzuto e Rinaldo considerate molto centrate sull’università. Si cerca un’alternativa. Il direttore del Csv: «Anche noi abbiamo nomi validi»

I due candidati: i professori Rosario Rizzuto, 63 anni, e Andrea Rinaldo, 71 anni
I due candidati: i professori Rosario Rizzuto, 63 anni, e Andrea Rinaldo, 71 anni

C’è troppa università in quei due nomi illustri. Troppa ricerca scientifica, sviluppo, scienze, ingegneria. I professori Rosario Rizzuto e Andrea Rinaldo suonano troppo accademici. Che fine faranno i progetti legati al sociale, agli anziani, alle persone con disabilità, al volontariato?

Se lo sta chiedendo una parte della città e naturalmente il consiglio generale della Fondazione Cariparo alla ricerca di un terzo nome per il presidente che, da aprile 2026, prenderà il posto di Gilberto Muraro. Un candidato del mondo civile, probabilmente legato al Terzo settore.

Il timore è che per carriera, successi, formazione e deformazione professionale, le due figure individuate fino ad oggi e disponibili a sedersi sulla poltrona di Palazzo di Monte di Pietà possano concentrarsi troppo su progetti legati alla ricerca e all’innovazione, e quindi al mondo universitario, mettendo in secondo piano l’inclusione sociale, il volontariato, settori che oggi la Fondazione ha particolarmente a cuore.

Anche Gilberto Muraro viene dal mondo universitario (è stato rettore), ma ha alle spalle una solida preparazione economico-sociale e bancaria, che i due illustri professori candidati fino a prova contraria non hanno o comunque non a quel livello.

Il terzo settore in campo

Si sta lavorando quindi ad una terza possibilità, più vicino al no profit e ad altri mondi: «Anche nel nostro comparto ci sono nomi validi, ma ci interessano soprattutto le politiche che il nuovo presidente porterà avanti – commenta il direttore generale del Csv Niccolò Gennaro – Muraro ha dimostrato una sensibilità eccezionale mettendo in piedi progetti ambiziosi. Speriamo che il suo successore abbia la stessa attenzione ed empatia nei nostri confronti. Negli ultimi anni abbiamo iniziato a sviluppare insieme alla Fondazione un metodo che parte dai bisogni e dalle fragilità del territorio. Insieme abbiamo trovato azioni che cominciano ad avere impatti importanti, sia per lo sviluppo e la crescita di associazioni, sia per la promozione del volontariato».

Le maggiori sfide riguardano i tanti temi legati alla crisi demografica, dalla diminuzioni dei giovani, alla solitudine degli anziani, ai minori adolescenti fragili. È fondamentale che l’alleanza si rafforzi per guardare avanti con serietà e fiducia» sottolinea Gennaro.

I soldi per il Bo

Nell’ultimo anno i fondi destinati dalla Fondazione Cariparo alla ricerca sono schizzati. Dal bilancio emerge che per il settore “Ricerca, innovazione e sviluppo del territorio” l’ente nel 2024 ha deliberato 25.728.000 euro (il 32,2% del totale assegnato): 460 mila euro per promuovere e sostenere progetti per il trasferimento tecnologico e l’innovazione, più di 9 milioni e mezzo per la ricerca scientifica di eccellenza, specialmente realizzata da giovani ricercatori; 576 mila euro per l’alta formazione per la ricerca e 15 milioni (il 58,4%) per altri interventi non meglio specificati.

Naturalmente non tutti hanno finanziato progetti dell’università di Padova, ma si presume che una buona parte sì. Sempre nell’ultimo bilancio c’è una voce che riguarda l’università anche nel settore “Educazione e formazione” (Promuovere la partecipazione scolastica e universitaria) alla quale sono stati erogati 3 milioni di euro.

Nel 2023 al settore “Ricerca innovazione e sviluppo del territorio” la Fondazione aveva destinato briciole: solo 2.670.840 euro (il 5,6% del totale). Ma più della metà, 1.560.000, sono andati all’alta formazione per la ricerca. Nel 2022 l’ente aveva erogato allo stesso settore 7.823.500 euro (il 14,3% del totale), e 11.950.680 (27%) nel 2021. Erano poco meno nel 2020: 11.093.571 euro (il 17,5%) .

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