Fondo di solidarietà la giunta torna al Tar per i 7 milioni mai avuti dallo Stato

Deciso un ricorso per inottemperanza, mandato a Quarneti Palazzo Moroni ha versato troppo rispetto agli altri Comuni
PD 27 aprile 2006 G.M. ..bandiera a mezzasta in Comune..(BARON) bandiera a mezzasta in Comune (BARON)
PD 27 aprile 2006 G.M. ..bandiera a mezzasta in Comune..(BARON) bandiera a mezzasta in Comune (BARON)



Padova torna in tribunale per ottenere i 6,8 milioni del fondo di solidarietà dallo Stato. Non sono bastate le vittorie al Tar e in Consiglio di Stato, e poi le diffide a saldare il debito. Si torna davanti al tribunale amministrativo del Lazio con un “ricorso per inottemperanza”, affidato all’avvocato Giacomo Quarneti, dello studio del costituzionalista Luca Antonini che ha seguito la vicenda fin dall’inizio. Dal ricorso, cioè, presentato nel dicembre 2015 dall’allora sindaco Massimo Bitonci.

Davanti ai giudici

Si apre dunque un nuovo capitolo di una telenovela giudiziaria che di per sé sarebbe poco appassionante. Se in ballo, però, non ci fossero appunto i 6,8 milioni versati in più da Padova per il fondo di solidarietà, cioè quello che riequilibria le finanze dei comuni di tutto il Paese, con quelli più ricchi che aiutano i più poveri.

Sono 6,8 milioni che sia il Tar del Lazio che il Consiglio di Stato hanno già riconosciuto a Padova, anche se nelle due sentenze non si è mai quantificata esattamente la cifra da versare. Si tratta di una differenza che Padova ha versato in più rispetto all’anno precedente.

È per questo che dal Ministero dell’Economia e delle Finanzze nessuno ha mai risposto alle sollecitazioni arrivate da Palazzo Moroni. È necessario dunque che sia un giudice a fissare l’importo esatto che tornerà nelle casse comunali. Da qui il nuovo ricorso.

Curiosamente oggi sottosegretario proprio al Mef è Massimo Bitonci, che da primo cittadino firmò il primo atto.

Si riparte dal Tar

Pochi giorni fa, dunque, l’amministrazione, attraverso una delibera dell’assessore all’avvocatura civica Diego Bonavina, ha dato mandato all’amministrativista Giacomo Quarneti di depositare il nuovo ricorso per inottemperanza davanti al Tar del Lazio. La questione dunque tra poche settimane ritornerà sulle scrivanie dei giudici amministrativi che dovrebbero pronunciarsi entro sei mesi. Per cui alla fine dell’anno si saprà la cifra esatta e le modalità del rimborso.

Quarneti, legale esperto di appalti e finanze comunali che lavora nello studio del costituzionalista del Bo Luca Antonini, riceverà circa 22 mila euro per l’incarico.

Padova penalizzata

Padova è stata penalizzata da un meccanismo errato: è quello che hanno sancito giudici di diversi livelli.

La quota che ogni comune deve sborsare nel fondo di solidarietà era calcolata infatti sulla base del valore catastale degli immobili nelle singole città (cioè con il 38,23% dell’allora Imu incassata dal Comune), più una parte della stessa tassa sugli immobili produttivi e una somma stabilita dallo Stato nell’ambito della spending review.

Dai confronti con gli altri comuni capoluogo però emergevano differenze molto elevate: come i 14 milioni versati da Verona contro i 37 sborsati da Palazzo Moroni.

La differenza tra Padova e le altre città italiane era appunto negli estimi catastali, che nella città del Santo sono state aggiornate recentemente, quindi più alte e vicine ai valori attuali di mercato, mentre in molti altri comuni sono ferme anche a 30 anni fa.

C’è un procedimento parallelo, portato avanti da 44 comuni trevigiani sempre con Luca Antonini, che aveva portato agli stessi risultati sia al Tar che al Consiglio di Stato: hanno diritto a un rimborso. È probabile che anche in questo caso scatti il ricorso per inottemperanza. —

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