Giallo di Fontaniva, dall’autopsia la verità sulla morte: interrogate 30 persone

Fatos Cenaj, 58 anni, è morto dopo tre giorni di agonia: colpito alla testa da un proiettile mentre andava al lavoro in bicicletta a Fontaniva. Trenta testimoni sentiti, riprese video e un drone in volo per fare luce sull’omicidio

Silvia Bergamin
Fatos Cenaj ucciso con un colpo alla testa: caccia al killer, trenta persone sentite
Fatos Cenaj ucciso con un colpo alla testa: caccia al killer, trenta persone sentite

Caccia al responsabile dell’uccisione di Fatos Cenaj: trenta persone sentite, un drone in volo, le forze dell’ordine cercano di fare luce sul giallo di via Casoni Basse, a Fontaniva. Dopo tre giorni di agonia, mercoledì pomeriggio il cuore dell’uomo – 58 anni – ha smesso di battere.

Originario dell’Albania, era stato trovato domenica mattina in fin di vita sull’asfalto, a due chilometri dalla sua abitazione, riverso in un lago di sangue accanto alla sua bicicletta a tre ruote. In un primo momento si era ipotizzato un malore o una caduta accidentale. Ma una Tac ha rivelato una ferita da arma da fuoco: un proiettile lo aveva colpito sotto l’orecchio sinistro ed era uscito dalla fronte, attraversandogli la testa. Con la morte dell’uomo, il fascicolo della procura è stato aggiornato: da tentato omicidio a omicidio volontario. Al momento, però, non risultano indagati.

I carabinieri del Nucleo investigativo di Padova sono impegnati a ricostruire le ultime ore di vita, ad analizzare immagini e celle telefoniche, a raccogliere testimonianze e ogni dettaglio utile. In questi giorni sono state sentite circa trenta persone. I militari battono due piste: quella di ascoltare i residenti di via Casoni e poi un altro giro di persone con cui il 58enne aveva costruito rapporti.

Dopo il decesso, alcuni elementi decisivi potrebbero arrivare dall’autopsia che andrà a chiarire la dimensione del foro e la traiettoria, dati che serviranno a definire perlomeno il calibro del proiettile. Oggi il pm conferisce l’incarico al medico legale Rafi El Mazloum.

Ancora: il sistema di videosorveglianza e le telecamere della zona dovrebbero consentire di ricostruire i passaggi di auto, partendo dalle targhe si andrà a capire chi sia passato nella zona. E qualcuno potrebbe aver esploso il colpo per poi dileguarsi. Alcune ipotesi si stanno via via escludendo, in particolare è tramontata l’idea che si sia trattato di una cartuccia da caccia: in zona non è stato ritrovato nulla che sia riconducibile alla rosa di pallini.

I carabinieri hanno effettuato un monitoraggio con un drone che ha sorvolato via Casoni Basse. Fatos Cenaj era uscito di casa alle 7.30. Come faceva spesso, stava andando alla Fattoria Dindo, un maneggio con cui collaborava. Lo faceva a bordo della sua bicicletta a tre ruote. Un uomo abitudinario, conosciuto in paese, descritto come tranquillo, gentile, dedito alla famiglia. In Albania aveva lavorato come agente di polizia penitenziaria. Era andato in pensione e tre anni fa si era trasferito in Italia per raggiungere la moglie Rafeza con la figlia e le due nipotine. 

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