Foto porno di minorenni, De Biase patteggia 8 mesi

ARCELLA. Per due volte era salito a bordo dell’autobus degli studenti. Ed era stato protagonista di una squallida esibizione. Denunciato, identificato, messo agli arresti domiciliari, poi condannato: 3 anni e 8 mesi di reclusione inflitti in primo grado dal gup padovano Lara Fortuna, ridotti in appello a 2 anni e 8 mesi con la derubricazione del reato da violenza sessuale ad atti osceni (se la vittima è minorenne non vale la depenalizzazione del reato).
Ieri nuova condanna per Ersio De Biase, 59 anni, ex militare impiegato negli uffici logistici dell'Esercito nella caserma Prandina, residente all’Arcella, oggi ospite di una comunità. Davanti al giudice monocratico Chiara Bitozzi l’uomo (difeso dall’avvocato Francesco Cibotto che lo aveva assistito anche in appello) ha patteggiato otto mesi in continuazione con la precedente condanna per il reato di detenzione di materiale pedopornografico, una ventina di foto hard in cui sono ritratti in pose inqualificabili minorenni. Foto che sono state sequestrate nell’abitazione del 59enne in occasione di una perquisizione durante la precedente inchiesta per violenza sessuale coordinata dal pm Vartan Giacomelli. Un ritrovamento casuale che ha provocato l’apertura di un altro procedimento penale trasmesso alla procura della Direzione distrettuale antimafia competente per i reati “in rete”.
Il 19 ottobre 2015 si verifica il primo episodio contestato a De Biase quando, a bordo del bus della linea 15, di fronte a un dodicenne e ad altri passeggeri adulti l’uomo si masturba. Inizia la caccia al maniaco. Il 27 ottobre la scena si replica a bordo dello stesso bus, frequentatissimo dagli studenti per lo più delle scuole medie. Anche questa volta alla presenza di numerosi ragazzini l’uomo si scopre la parte inferiore del corpo, strusciandosi contro una studentessa di 12 anni e poi un altro minore, simulando pure il movimento di un atto sessuale. Nuova denuncia e poliziotti in borghese sguinzagliati tra i ragazzi. Finalmente il maniaco è individuato e accompagnato in questura in quanto riconosciuto da alcuni testimoni. Prima nega, poi confessa un impulso irrefrenabile che non sarebbe riuscito a controllare. Il 28 ottobre finisce ai domiciliari non prima di ricevere l’avviso di garanzia insieme a un decreto di perquisizione domiciliare. Ed è proprio in quest’ultima occasione che la polizia scopre le foto pornografiche di minorenni scaricate da qualche sito.
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