Frana precipita su un laboratorio

Duemila metri cubi di roccia si sono staccati nell’ex cava Maso a Luvigliano
BELLUCO DANNI FRANA CAVA MASO LUVIGLIANO
BELLUCO DANNI FRANA CAVA MASO LUVIGLIANO

TORREGLIA. Circa duemila metri cubi di roccia si sono staccati, a causa delle abbondanti piogge dei giorni scorsi, dalla parete sud alta una quarantina di metri della ex cava di trachite Maso di via Vallarega, a Luvigliano. L'enorme ammasso di pietre e terriccio ha danneggiato il laboratorio per la lavorazione della trachite di Gianni e Renzo Maso, figli dell'ultimo scalpellino di pietra dei Colli Euganei, Giovanni Maso, deceduto appena una decina di giorni fa all'età di 84 anni. «È successo in pieno giorno, eravamo nel cortile della cava e abbiamo avvertito un forte boato e uno spostamento d'aria, sembrava il terremoto» raccontano i fratelli Maso «I danni purtroppo sono rilevanti, ma poteva andare anche peggio. La frana ha messo fuori uso la sega a filo che in quel momento stava tagliando un masso di oltre 200 quintali, che è uscito dai binari. Per rimetterlo in sede servirà l'intervento di una grossa gru». La frana nella ex cava sul colle Solone, inoltre, ha sfondato i portoni e una parete del capannone, sfiorando appena due costose macchine per la lavorazione della trachite: i banco aspirante e la lucidatrice. Oltre a rimettere in funzione il laboratorio, i fratelli Maso dovranno sobbarcarsi la non indifferente spesa di spostare il materiale arrivato giù dalla parete. «È una danno che proprio non ci voleva» aggiungono i due artigiani «in un momento in cui il lavoro scarseggia. Speriamo di ripartire presto, anche se non sarà un'impresa da poco».

Poco lontano dalla ex cava di via Vallarega, in via Malterreno è in atto uno smottamento che interessa una porzione di vigneto dell'azienda agricola Sengiari. Sul pendio il terreno si è abbassato di un paio di metri, portandosi dietro le viti e i pali di sostegno.

Gianni Biasetto

Argomenti:alluvione 2014

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