Francesco, l’ultimo saluto allo stadio

MESTRINO. Il campo da calcio del Mestrino ospiterà l’immensa folla che parteciperà lunedì alle 15.30 ai funerali di Francesco Bertocco, il capitano della squadra scomparso due giorni fa in seguito ad una malattia dal decorso rapidissimo. La Curia ha dato l’assenso, anche se inizialmente non voleva concedere il permesso a celebrare la cerimonia funebre sul terreno di gioco. «Ma Francesco era uno che non mollava mai», dichiara il cognato e grande amico di Francesco, Riccardo Caporello, «e pertanto abbiamo lottato anche noi per ottenere il consenso a celebrare il funerale nel campo da calcio». Stasera alle 20 nella chiesa di Mestrino si svolgerà una veglia di preghiera per lo sfortunato calciatore che sarà sepolto in paese al termine dei funerali. E Mestrino piange uno dei suoi giovani: Francesco vi aveva vissuto fin da bambino, per poi trasferirsi a Rubano, in seguito al matrimonio con Carla. I genitori abitano ancora in paese e ieri era tristissimo vedere la villetta adornata con decine di fiocchi rosa che avevano appeso alla cancellata un mese fa per testimoniare l’immensa gioia dell’arrivo della nipotina Giulia.
«L’intera comunità di Mestrino si stringe attorno alla famiglia in queste ore», commenta l’assessore allo Sport Giovanni Tombolato, «e anche l’intero mondo sportivo. In questi giorni si sta svolgendo il campionato mondiale di pallamano under 18 e la squadra locale ha giocato con il lutto al braccio. Chiederemo di poter osservare un minuto di silenzio prima dello svolgimento delle partite di semifinale e finale di stasera». Ma sono decine le telefonate che sono arrivate ai famigliari e ai dirigenti della squadra di calcio, insieme alle decine di messaggi postati su Facebook. «Ho scaricato due volte la batteria del cellulare nella sola mattinata per rispondere alle telefonate», racconta uno dei dirigenti del Mestrino calcio, Renato Fantin, «eppure ancora non mi rendo conto di quanto è successo. Mi pare di vivere in un sogno e che non sia vero. Francesco stava benissimo, sempre attento alla linea e alla salute, al cibo che mangiava, a non bere e fumare. Nell’ultima partita si è prodigato per il bene della squadra fino all’ultimo secondo dei tempi supplementari. Non so se stava già male. Di sicuro, generoso e gran professionista com’era, avrà fatto il possibile per aiutare la squadra e per non far mancare il suo apporto». Francesco Bertocco, era così, generoso, gentile e gran trascinatore, tanto da essersi guadagnato la fascia da capitano nonostante giocasse nel Mestrino da solo un anno. «Troppo velocemente se n’è andato», continua Fantin, «troppo. Pensare che domenica stava bene, quando sono andato a trovarlo in ospedale dov’era ricoverato. Era ottimista, anche se sapeva che avrebbe dovuto affrontare un periodo molto difficile per cercare di guarire. E insieme abbiamo pianificato chi lo avrebbe sostituito e il suo ruolo in supporto tecnico una volta che si fosse rimesso, aspettando che i medici gli dessero il parere positivo a tornare in campo. Due giorni dopo, soltanto due giorni dopo, tutto è precipitato». Il tumore che Francesco aveva scoperto di avere soltanto da due settimane, è deflagrato. E il giovane venerdì notte è spirato, lasciando sole la moglie Carla e la piccola Giulia. Ma soli sono rimasti i suoi genitori e i fratelli, i suoi compagni di squadra e i dirigenti, i colleghi di lavoro dell’agenzia di viaggi e tutti gli amici che Francesco aveva. Come Simone Sanavio, inseparabili da quando avevano sette anni. Vive a Sidney e non sarà al funerale del “socio”: ma ha lasciato sulla bacheca Facebook di Carla un messaggio pieno di sentimento.
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