Franco di nuovo al lavoro dopo cure e riabilitazione

Il parrucchiere era rimasto ferito nell’incidente aereo in cui morì la moglie «Mi sostengono l’affetto ricevuto e il grande aiuto ricevuto dal collega Baldina»
Di Elena Livieri

PIOVE DI SACCO. Il dolore è sempre presente, come un’ombra che segue ogni passo. Ma la vita continua. Renato Franco è tornato a lavorare nel suo salone di parrucchiere in via Oreste Da Molin, in pieno centro storico, dopo uno stop di diversi mesi in cui ha dovuto combattere contro la minaccia di rimanere inchiodato su una sedia a rotelle e il devastante ricordo della moglie Lucia Battistello, che ha perso la vita nell’incidente che la coppia ha avuto il 6 luglio dell’anno scorso, quando l’ultraleggero su cui volava è precipitato. Oggi Renato Franco, insieme alla figlia Elisa che lavora con lui e al figlio Nicola, impegnato all’università dove studia Ingegneria, ha ritrovato la forza per andare avanti. «Sono stati mesi terribili» ricorda il parrucchiere «innanzi tutto per la morte di mia moglie, che ha lasciato una ferita sempre aperta in tutti noi. Io stesso, poi, mi sono trovato di fronte a delle previsioni nefaste dei medici, i quali davano quasi per scontato che dovessi rimanere su una sedia a rotelle. Ho trascorso un mese all’ospedale di Padova, poi altri cinque mesi in due diverse strutture nel Vicentino per la riabilitazione. È stato un percorso difficile, molto duro. Dovevo fare un’ora al mattino e una al pomeriggio di riabilitazione, invece rimanevo in palestra anche tre ore. Volevo tornare il più possibile autonomo e per fortuna ci sono riuscito. Oggi con le stampelle riesco a camminare e posso lavorare. Grazie al sostegno dei miei figli, dei familiari e degli amici, ho trovato la forza di reagire e di ricominciare».

C’è una persona in particolare che Renato Franco vuole ringraziare: «Dario Baldina, collega di Chioggia in pensione: quando ha saputo dell’incidente si è offerto di aiutarci in negozio. E lo ha fatto a titolo gratuito per oltre sei mesi, durante la mia lunga convalescenza. Il suo aiuto ci ha permesso di tenere aperta l’attività, mia figlia Elisa ha potuto continuare a lavorare nonostante le mille difficoltà a cui inevitabilmente abbiamo dovuto far fronte. Per me quello di Dario è stato un gesto che non potrò mai ripagare. È anche grazie all’esempio di questi amici che, nonostante la tragedia, mi sono convinto giorno dopo giorno che la vita deve essere vissuta, che bisogna andare avanti. Io, mia figlia e tutto lo staff ringraziamo l’amico Dario con tutto il cuore. E poi ringraziamo i nostri clienti per il loro affetto e la sensibilità». Dell’incidente costato la vita alla moglie, Renato Franco parla poco: «Sono stati i momenti più brutti della mia vita» sussurra «quello che nessuno mai mette in conto che possa accadere». Intanto le varie perizie a cui l’ultraleggero è stato sottoposto, hanno rilevato che a provocare il guasto è stato un componente difettoso: «Un errore di fabbricazione imputabile alla casa produttrice» conferma il parrucchiere «Dal punto di vista legale la questione è chiusa». E la voglia di volare? «La passione dentro rimane, ma davvero non ci penso più» confessa Franco.

L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di una domenica in cui marito e moglie erano stati con il loro ultraleggero Eurostar in Croazia. Stavano rientrando al campo volo di Cambroso di Codevigo, dopo essere ripartiti da Campolongo Maggiore, nel Veneziano, dove avevano accompagnato degli amici, quando l’aereo è precipitato schiantandosi contro il terrapieno della ferrovia Adria-Mestre.

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