Frode da 433 milioni sui carburanti Arrestati padre e figlio di Monselice

Rino e Andrea Bellan ai domiciliari, sfugge al carcere per ora la mente dell’organizzazione. Import illegale dalla Slovenia

PADOVA

Associazione per delinquere e frode fiscale nella commercializzazione di carburante. Dopo varie indagini che li avevano coinvolti, ora Rino e Andrea Bellan, 66 e 39 ani di Monselice, sono finiti agli arresti domiciliari dopo un’indagine coordinata dal pubblico ministero Marco Peraro su ordine del Gip Margherita Brunello. L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza, nucleo di Polizia Economico Finanziaria guidata dal tenente colonnello Vittorio Palmese. L’operazione è stata chiamata Pizza Fuel (in “onore” di Napoli). In pratica il carburante veniva acquistato in Slovenia e venduto in Italia ad un prezzo molto concorrenziale. Il perché è presto detto, non veniva pagata l’Iva (22 per cento) ma solo l’accisa.



Sei mesi, forse qualcosa in più, d’indagine hanno fotografato una frode da 433 milioni di euro con 95 milioni di Iva evasa che andava avanti da almeno due anni. Ma stavolta i Bellan erano agli ordini di due “menti” napoletane con i quali si sentivano spesso al telefono. “O titolare” come veniva chiamato è Roberto Coppola, 55 anni di Napoli, ricercato in quanto ieri mattina sfuggito al mandato d’arresto in carcere e “o ragioniere” Antonio Villani, 37 anni di Pomigliano d’Arco (Napoli). Tutto ruotava attorno alla Energy Group di Cologna Veneta (Verona) della quale sono soci i due Bellan e dove non hanno nessun ruolo i napoletani.



Quattro ordinanze di custodia cautelare (i Bellan e i due campani), in tutto 16 indagati tra i quali alcuni prestanome. Tredici le società coinvolte, 20 le perquisizioni eseguite, 410 milioni di litri di carburante commerciato evadendo l’Iva. Più di 100 clienti, tra depositi commerciali e pompe di benzina, soprattutto in Veneto, Lazio e Campania. I clienti dei Bellan, o meglio della Energy Group avranno problemi? Per ora no, ma sono in corso altre indagini. Ovvio che sapevano bene che benzina e gasolio comperati da loro avevano un prezzo ben più conveniente rispetto ad altri.



Ogni giorno nel piazzale della Energy Group arrivano 30-40 camion cisterne. Alla 7 si mettevano in fila per entrare nel cancello dell’azienda. Erano colmi di gasolio e benzina comperato nelle raffinerie della Slovenia. Appena arrivano veniva eseguita la procedura per il pagamento dell’accisa (un’imposta indiretta). Diverso il discorso per l’Iva che non veniva pagata. Le cisterne venivano vendute ad una società cartiera estera (erano una decina e venivano fatte ruotare) e da queste finivano ai compratori italiani. Che nella fattura vedevano comunque indicata l’Iva.



Il Gip del tribunale di Padova ha emesso anche un provvedimento di sequestro di beni mobili e immobili fino a concorrenza di 95.448.973,96 euro. Si sta sequestrando tutto quello che si trova. Già bloccati ai quattro protagonisti, 5 milioni di euro in conti correnti e azioni, tre abitazioni nel Napoletano e una a Milano Marittima e la villa di Bellan a Tribano.



C’è stata sinergia e collaborazione tra forze dell’ordine, procura e ufficio Gip. «Solo così si riesce ad essere incisivi e a ottenere risultati». Lo ha sottolineato il comandante regionale della Finanza, il generale Giovanni Mainolfi. «In 40 giorni abbiamo ottenuto le misure cautelari richieste» ha sottolineato «le sinergia istituzionale è stata ottima». Un’intesa sottolineata anche dal procuratore capo della Repubblica del tribunale di Padova, Antonino Cappelleri. Il comandante provinciale della Finanza Fabio Dametto ha sottolineato anche il grande lavoro svolto dai suoi uomini durante l’emergenza coronavirus. —

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