Frode Iva da 1,4 milioni di euro I clienti erano della provincia

PADOVA. Solitamente in questo tipo di frodi le Fiamme Gialle trovano delle società cartiere, vuote, soprattutto di denaro. Ma questa volta è andata diversamente e sono gli stessi inquirenti stupiti, i conti correnti erano gonfi di denaro. La Guardia di finanza di Bolzano ha scoperto una frode all’Iva nel settore del commercio di prodotti petroliferi.

Il Gip ha così disposto un sequestro preventivo di 1, 3 milioni di euro presso vari istituti bancari del nord Italia. Sei persone, tutte bellunesi, sono state segnalate alla procura. Gli accertamenti fiscali hanno permesso di smascherare un elaborato sistema truffaldino tramite l’emissione e l’utilizzo di fatture false, confluite nella contabilità della società sottoposta a verifica e delle altre due aziende clienti in Veneto. Questo artificioso e complesso scambio di fatture false avveniva, solo apparentemente, tra aziende tra loro diverse. In realtà, le compagini societarie erano riconducibili a una sola persona ultranovantenne, originaria di Belluno, che le gestiva, di fatto, per il tramite della figlia. In questo modo sono emerse addirittura crediti tributari in capo alle società. L’indagine parte da Bolzano perchè lì aveva sede una tre aziende (le altre due erano a Belluno e Vittorio Veneto (Treviso) che fanno capo ad una famiglia di Belluno. Segnalate alla procura l’ultranoventenne - ma la finanza ipotizza che la sua posizione sarà stralciata perchè all’oscuro di tutto - la figlia, un parente e tre collaboratori della società.

L’azienda aveva rapporti con molti clienti, che però erano all’oscuro della truffa e acquistavano in buona fede. Tra questi ci sono importanti società di carburanti della provincia di Padova. Come detto la loro condotta non ha fatto emergere nessun rilievo penale. Anche se i finanzieri i prossimi giorni valuteranno le condotte finanziarie per vedere se ci siano da fare delle contestazioni amministrative.

La frode, realizzata mediante vari “trucchi”, quali ad esempio la falsificazione dei documenti o l’indicazione, nei libri contabili, di corrispettivi di vendita e di Iva per importi inferiori a quelli effettivi, ha consentito addirittura di far emergere crediti tributari in capo alle società, che, tramite il meccanismo della compensazione, venivano utilizzati per pagare altre imposte. Il vorticoso giro di fatture false, secondo quanto accertato ha generato un’evasione all’Iva pari a 1.400.000 di euro. —

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova