Galletto nell’eremo scrive volumi e dipinge paesaggi
PONTEVIGODARZERE. Da quando è in pensione (dopo aver lavorato come medico dentista all’Inam per 40 anni), si è ritirato, quasi come un eremita, nella sua linda casetta di via Moschini 20. E non fa altro che scrivere, saggi e romanzi, dalla mattina alla sera. Negli ultimi tempi si dedica anche alla pittura. In genere dipinge i paesaggi della campagna veneta e quelli delle Dolomiti e del Garda.
Il dottor Pietro Galletto, classe 1929, ha scritto oltre 15 libri, pubblicati da Gregoriana, Borga, Draghi e Battagin. Attualmente è anche coordinatore della trasmissione«I Grandi Veneti dell’Ottocento» che va in onda su Televeneto. Tra i suoi libri più letti anche «Mio Padre» in cui ricorda Giuseppe, docente di lettere a Sandrigo. Una bibliografia nutrita: «Dono di Brunella» dedicato alla moglie deceduta nel 1963; «La Storia della Resistenza nel Veneto» e « Fine e Rinascita della Repubblica della Serenissima»; «La Ruota» ispirato alla ruota degli esposti di via Ognissanti al Portello; «La Vita di Giuseppe Mazzini» in tre volumi. Ha scritto anche «Dai Comuni Medievali alla Repubblica Italiana» per cui ha ricevuto un ringraziamento scritto dal presidente Oscar Luigi Scalfaro.
Galletto sta a casa e scrive. Una delle ultime volte che ha varcato il cancello è stato due anni fa: accompagnato dall’amico Giovanni Marini, è andato a consegnare, nella parrocchia di San Giovanni Battista i sui volumi al questore Luigi Savina. Si alza di buon’ora. Beve il caffè e dalle 9 è già curvo sulla vecchia scrivania del suo studio a scrivere o a dipingere. A mezzogiorno mangia con Maria Celeghin e torna al lavoro. Scrive con la bellissima penna ad inchiostro. «Vivo in un mondo tutto mio. Esco rare volte. Intorno respiro un clima effimero e fragile. Preferisco restare nel mio eremo. Tra i libri ed i miei paesaggi».
Felice Paduano
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