Galvanica Pm, pronti sei milioni per bonificare l’acqua al cromo

La Regione ha recuperato le risorse dai fondi della Legge speciale per Venezia Altri 400 mila euro sono stati stanziati per realizzare opere fognarie a Onara



Bonifica alla Tricom Galvanica-Pm di Tezze sul Brenta, stanziati sei milioni di euro dalla Regione per arginare i danni dell’acqua al cromo che ha coinvolto anche la falda dell’Alta Padovana: si inizia a scrivere la parola fine su una vicenda drammatica, un disastro ambientale che ha lasciato dietro di sé ingiustizie, drammi e morte, con milioni di euro di danni al territorio, profitti dei privati e costi riversati sulla comunità.

Gli “ultimi” soldi – attesi da tempo, sollecitati da comitati di cittadini e rappresentanti politici – sono stati recuperati da fondi della Legge speciale per Venezia e l’esecutivo regionale ha deciso di destinarli a tutela della salute per risanare i numerosi siti contaminati del Veneto. L’assessore regionale allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato fa notare che si tratta di «cifre derivanti dall’accertamento di economie (per 7. 089. 232 euro) e da revoche di precedenti assegnazioni, relative ad interventi non realizzati (per complessivi 15. 240. 000 euro)». Ora basta solo il placet del consiglio regionale.

I sei milioni di euro sono stati iscritti alla voce “interventi di messa in sicurezza e bonifica ambientale del sito contaminato denominato “ex Galvanica Pm” di Tezze sul Brenta; restando nell’Alta Padovana, altri 400 mila euro andranno per la realizzazione di opere fognarie a Onara, frazione di Tombolo.

Si tratta di completare la bonifica di un’area contaminata di cromo esavalente che si espande per 15 chilometri di falda. Un paio di anni fa sono stati affidati i lavori di un primo stralcio, con l’abbattimento di tutti gli edifici contaminati e la costruzione di una pavimentazione con la funzione di barriera tra l’esterno e la parte sottostante, quella più inquinata, evitando così che le piogge trascinino il contaminante nelle falde. Nel frattempo è stata fondamentale la barriera idraulica realizzata da Etra, che preleva l’acqua dalla falda, la porta in superficie, dove viene trattata per far abbattere il cromo da esa a trivalente, prima di essere immessa nella rete di smaltimento consortile. Realizzata nel 2012 a sud dell’ex stabilimento di via Tre Case, per un costo di 700 mila euro, la barriera ha sostituito quella messa in funzione nel 2002 che mise in sicurezza la falda, evitando che il cromo continuasse ad avvelenare una zona delicata sotto il profilo idrogeologico. Per rendere inerte il cromo killer si è scelto di realizzare un “sarcofago” in cemento profondo 30 metri, che consente di intrappolare il metallo, cosi come si fece a Chernobyl per coprire il reattore nucleare. La ditta Galvanica Pm, ex Tricom, fallì nel 2003. Fu quindi il Comune di Tezze sul Brenta a farsi carico della messa in sicurezza d’emergenza dell’area, in un intervento coadiuvato da Regione Veneto, Provincia di Vicenza e Arpav. Nel 2009 fu siglato un accordo di programma per lavori di messa in sicurezza e bonifica dei suoli e della falda nel Comune di Tezze sul Brenta. Ora si vedono all’orizzonte le risorse necessarie.

E tira un sospiro di sollievo il sindaco Luigi Pellanda: «Grazie a questi ulteriori 6 milioni di euro scriviamo finalmente la parola fine su questa brutta vicenda, perché ci consentiranno di completare la bonifica. In tutto sono serviti 9 milioni di euro«. —

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