Gender, si farà all'università di Padova il dibattito con la filosofa Michela Marzano
Dopo il no alla concessione di una sala in municipio da parte del sindaco leghista Massimo Bitonci, il rettore Rosario Rizzuto apre l'ateneo: "Scelta non politica ma di libertà". Zan: "Ricorso al Tar contro il diniego del Comune". Ecco come è arrivato il no del Comune
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Michela Marzano e il suo libro
PADOVA. Il Comune si chiude, l'università si apre. Si farà sabato mattina alle 11 in aula Nievo al Bo il dibattito di presentazione del libro "Papà, mamma e gender" della filosofa Michela Marzano, dopo il no all'utilizzo di una sala comunale da parte del sindaco Massimo Bitonci.
"Nel solco di una tradizione di massima apertura alla libertà di espressione lunga ormai quasi otto secoli, abbiamo contattato la professoressa Michela Marzano, stimata collega che insegna filosofia nell’Università Descartes di Parigi, offrendo uno spazio dell’Università di Padova per la conferenza che si terrà quindi, come previsto, sabato prossimo in un aula dell’Ateneo", ha spiegato il rettore Rosario Rizzuto.
"Nella mia decisione non c’è nessuna valutazione politica o di opportunità. C’è soltanto il forte richiamo a quella “Universa Universis Patavina Libertas” che è il nostro motto. Tutta intera, per tutti, la libertà nel nostro Ateneo: non solo parole, ma una missione che quotidianamente ci sforziamo di trasformare in fatti concreti", conclude il professore.
La replica di Bitonci: "Sono io a difendere la libertà dei genitori". "Il Consiglio comunale di Padova ha approvato una mozione direttiva contro la promozione della teoria del gender, che impegna l'amministrazione e ne indirizza le decisioni. Chi oggi mi accusa aver violato il diritto alla libertà di espressione, ieri manifestava perché in una sala comunale non si tenesse un incontro sulla famiglia naturale", spiega il sindaco Massimo Bitonci.
"Nel marzo scorso, a Padova, si è tenuta una conferenza dal titolo “Difendere la famiglia per difendere la comunità”, con ospite, fra gli altri, il professor Massimo Gandolfini, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e primario neurochirurgo dell'Ospedale Poliambulanza di Brescia. Allora, il deputato di Sel, poi convenientemente passato al Pd, Alessandro Zan, parlò di “schiaffo alla città”, di “convegno omofobo”, di iniziativa che promuoveva “l'odio sociale”. La stessa Arcigay, a cui non è stata concessa la sala per una serata sul gender, organizzò un sit-in di protesta, per ostacolare lo svolgimento della conferenza sulla famiglia naturale e mettere il bavaglio agli ospiti, che poterono esprimersi solo grazie all'intervento delle Forze dell'Ordine – prosegue – Non accetto critiche da una parlamentare del Partito Democratico, che oggi assume il ruolo di paladina della libertà, mentre, di fatto, sostiene una ideologia liberticida, violenta e totalitaria. L'onorevole Marzano, infatti, si nasconde dietro ad un titolo accademico, per promuovere un tema strettamente politico, cioè che l'educazione dei figli debba essere demandata agli insegnanti e non sia compito dei genitori. Questo accade nei regimi totalitari. Da genitore, prima che da sindaco, difenderò la libertà di educazione dei padri e delle madri e combatterò contro tutte le ideologie che vogliono negare questa libertà e intendono sostituire il ruolo centrale dei genitori, nell'educazione dei figli, con quello dei cosiddetti 'professionisti dell'educazione'", conclude il sindaco.
L'intervento di Zan (Pd) alla Camera. In serata Alessandro Zan, parlamentare padovano e esponente storico del movimento gay, è intervenuto alla Camera per stigmatizzare il diniego di Bitonci e annunciare ricorso al Tar. Ecco il suo intervento.
Zan: "Emergenza democratica a Padova. Faremo ricorso al Tar"
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