Padova, il Giardino della Rotonda compie 100 anni: storia, restauri e memoria

Compie un secolo il Giardino della Rotonda di Padova: inaugurato il 14 giugno 1925 con i generali della Grande Guerra, oggi è un’oasi di storia, arte e natura

Marta Randon

Molto probabilmente arrivò in via Citolo da Perugia mezz’ora prima, con l’uniforme impeccabile, il suo orologio da taschino in mano, lo sguardo severo, la mascella serrata, chiedendosi perché non fossero ancora tutti presenti. Luigi Cadorna 100 anni fa era lì. Con lui il più affabile e meno autoritario Armando Diaz, come testimonia il giornale del Veneto dell’epoca. Entrambi i generali, Marescialli d’Italia, protagonisti della Prima guerra mondiale, il 14 giugno 1925 parteciparono all’inaugurazione del Giardino della Rotonda che domani compie un secolo di vita. In rappresentanza del re c’era il Duca delle Puglie.

Un anniversario tanto silenzioso quanto profondo: un’oasi liberty di quiete lunga e stretta, incastonata nel cuore della città, dove la storia si posa come una carezza leggera sui ciottoli, sulle sei fontane, sulle aiuole e le panchine al sole.

Il giardino non è un semplice spazio verde: è un sussurro urbano, un luogo in cui la città ha imparato a respirare tra le guerre, l’arte, gli amori, le rivoluzioni e le passeggiate lente. Oggi i nonni insegnano i nomi dei fiori ai nipoti e chi lavora nei pressi si mangia un panino in pausa pranzo. L’imponente serbatoio La Rotonda, che custodisce una cappella votiva, osserva tutto e tutti con occhi di pietra e memoria.

Il nome dall’antico teatro estivo

Il Giardino storico della Rotonda ha una posizione sopraelevata ed è disposto a terrazzo a ridosso delle mura cinquecentesche e del bastione della Gatta, l’ingresso principale è in piazza Mazzini. Lo stile è liberty tra magnolie, frassini, olmi e nespoli giapponesi.

 

Lo spazio verde è nato per raggiungere a piedi il serbatoio pensile dell’acquedotto, il più antico di Padova, a cui si arriva mediante cinque rampe a gradinate con cinque fontane circolari. Molti pensano che il nome del giardino derivi dalla forma del bastione o da quella cilindrica del serbatoio, in realtà ricorda un antico teatro estivo, con birreria annessa, presente già a fine Ottocento, chiamato appunto «della Rotonda».

Il Serbatoio la Rotonda

La decisione di costruire in questo luogo il serbatoio «La Rotonda» è nata in seguito al bombardamento austriaco che l’11 novembre 1916 colpì in pieno un rifugio antiaereo poco distante. Il 29 ottobre 1919 altri bombardamenti provocarono il crollo della “Briglia del Carmine” dovuto alle buche nell’alveo del canale. Morirono 93 persone, la maggior parte abitanti del quartiere.

La Rotonda fu progettata dall’ingegnere Tullio Paoletti, capo dell’Ufficio tecnico comunale. La costruzione iniziò il 21 settembre 1923 e fu inaugurata il 14 giugno 1925, unitamente alla cappella votiva e al giardino circostante, come detto alla presenza del Duca delle Puglie e dei generali Diaz e Cadorna.

All’epoca si parlava di un record nazionale «forse mondiale»: quarantacinque metri di altezza, duemila metri cubi di acqua di capacità. «Un’opera da invidiare. Un torre imponente che può contenere, pigiati, tutti i cittadini di Padova, centoventimila persone» scherzava Paoletti in un’intervista pubblicata il 14 giugno 1925 nel Giornale del Veneto.

 

Il serbatoio è nato quindi con una duplice funzione: accogliere l’acqua dei padovani e commemorare i caduti, a cui è stata dedicata la Cappella, ricavata all’interno delle fondazioni del serbatoio stesso. «Commemorare le vittime innocenti di una nequizia incisa a caratteri indelebili nelle pagine della storia cittadina» si legge nei giornali dell’epoca.

L’interno del serbatoio in cemento armato è meraviglioso, sembra un quadro. Peccato che non sia aperto alla cittadinanza.

I restauri

Il primo restauro dello storico Giardino risale al periodo 1996 –1999. Su stimolo e documentazione fornita dal liceo artistico Modigliani e dalla professoressa Nicole Schmidt, appassionata d’arte e di giardini storici, il Comune stanziò 230 milioni di vecchie lire per lavori urgenti di manutenzione straordinaria. L’inaugurazione avvenne il 17 aprile 1999 alla presenza dell’allora sindaco Flavio Zanonato.

Il secondo restauro durò sei anni, dal 2018 al 2024. Nel luglio del 2018 a causa di un forte temporale si aprì una voragine sopra le case matte del Bastione della Gatta. Il giardino fu chiuso e iniziarono i lavori grazie al finanziamento di 250mila euro della Fondazione Cariparo, sempre generosa. Lo spazio verde fu interamente sistemato: furono riaccese le fontane, inseriti nuovi vasi, piantate diverse specie di alberi ed arbusti. Riaprì alla città il 21 marzo 2024 e da allora è aperto dalle 9 alle 16. 30 tranne il lunedì.

Uno chiosco all’ingresso

«Abbiamo puntato molto sui Giardini della Rotonda riconoscendone il grande valore – commenta l’assessore al verde Antonio Bressa –. Grazie al sostegno della Fondazione Cariparo abbiamo realizzato un restauro che ha avuto il merito di riportare questo luogo al suo antico splendore. Un intervento realizzato con tecniche moderne, ma ripristinando forme e geometrie dell’epoca. L’intervento è stato anche premiato nell’ambito della più grande fiera in Italia del florovivaismo, My Plant & Garden». Ora il Comune sta lavorando alla seconda fase: «Installeremo un nuovo chiosco in stile liberty all’ingresso del parco per poter avere un luogo di ristoro e un servizio di custodia sempre attivo. Vogliamo ampliare gli orari di visita. A settembre inizieremo le operazioni necessarie».

Il filo conduttore principale del giardino è l’acqua. Sulla torre a grandi caratteri si legge: «Sanguinem olim atrociter effusum aqua piè defluens lavet moles in caelum proferat perpetuo MCMXVI-MCMXXV”: l’acqua, scorrendo pietosamente, lavi il sangue un tempo barbaramente versato, la torre, verso il cielo, lo ricordi per l’eternità 1916-1925».

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