Giorgio Perlasca, fascista divenuto “Giusto tra le Nazioni” in Ungheria

IL PERSONAGGIO
C’è un personaggio illustre che nel Novecento lega il suo nome a quello del paese, anche se non vi è nato. Giorgio Perlasca, classe 1910, è originario infatti di Como; ma quando ha solo pochi mesi di vita suo padre Carlo, per motivi di lavoro, si trasferisce in Veneto, e prende casa proprio a Maserà.
Da giovane, convinto fascista, Giorgio va a combattere volontario prima in Africa Orientale e poi in Spagna in appoggio alle truppe del generale Franco, impegnate nella guerra civile: vi rimane come artigliere fino al 1939, quando scoppia la seconda guerra mondiale.
Avviata un’attività commerciale per conto di una ditta di Trieste che importa bovini dall’est europeo, Perlasca nel 1942 si trova a Budapest quando in Italia arriva la fatidica data dell’8 settembre 1943, con la firma dell’armistizio con gli alleati. Fedele al giuramento al re, rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale Italiana; e per sfuggire ai tedeschi che vogliono arrestarlo, si rifugia nell’ambasciata spagnola, dove ottiene un passaporto.
Da lì, prima affiancando l’ambasciatore Angel Sanz Briz, poi da solo quando quest’ultimo nel novembre ’44 lascia l’Ungheria per non riconoscere il nuovo governo filonazista, spacciandosi per diplomatico rilascia migliaia di salvacondotti che conferiscono la cittadinanza spagnola a oltre 5 mila ebrei, salvandoli così dall’avvio ai campi di concentramento e quindi dallo sterminio. Diversi di loro, Perlasca va a prenderli direttamente in stazione, quando stanno già per essere caricati sui treni.
Rientrato in patria dopo la guerra, torna in silenzio alla sua vita normale. Solo nel 1987 alcuni ebrei ungheresi trasferitisi in Israele riescono a rintracciarlo, e così tutto il mondo viene a scoprire la sua impresa umanitaria.
Il 23 settembre 1989 lo Stato ebraico gli conferisce l’alto riconoscimento di Giusto tra le Nazioni; e nel viale del museo Yad Vashem di Gerusalemme viene piantato un albero a lui intitolato.
Perlasca muore tre anni più tardi, il 15 agosto 1992: per sua espressa volontà, oggi riposa nel cimitero di Maserà, e sulla sua tomba compare una sola scritta, in ebraico: Giusto tra le Nazioni.
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